Fabrizio DeAndré cantava:
“Certo bisogna farne di strada
Da una ginnastica d’obbedienza
Fino ad un gesto molto più umano
Che ti dia il senso della violenza
Però bisogna farne altrettanta
Per diventare così coglioni
Da non riuscire più a capire
Che non ci sono poteri buoni”
Per anni, durante le mie ricerche, continuavo a ripetermi “se la gente sapesse…”, ma quest’ultimo periodo mi ha fatto rendere conto che sapere e vedere non basta e rimane tanta amarezza che accompagna ogni parola che sto rileggendo, ogni frase che sto rielaborando
Per tanto tempo hanno impazzato i movimenti green (che tristezza sapere che anche di questa parola è stato rivoltato il significato), fino ad arrivare, poco prima dell’ingresso di un cts nelle nostre vite, all’essere considerati quasi dei terroristi se non si usava una borraccia e si comprava una bottiglietta d’acqua, o se la spesa non la si metteva nella sporta alla moda. In quella lontana era tanti si battevano, tra le altre cose, per eliminare la plastica e anche i vip si schieravano per salvare la Terra. Allora, come oggi, continuavo a stupirmi di quanta poca attenzione si prestasse ad uno dei ministeri più importanti: l’attuale MIPAAF (il nome viene modificato a seconda degli incarichi attribuiti dal governo in carica) e quanto potere avesse la luce dei riflettori dei media e dei social sull’interesse dell’opinione della massa ma anche di chi si ritiene attento alle problematiche ambientali e della salute.
Il luogo comune vuole che questo ministero si occupi di contadini e allevatori, ma pochi sanno che, attraverso il CREA, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali è andato via via ponendosi come unico riferimento scientifico, di informazione e orientamento a 360° per la nostra vita, anche in quei campi che la logica vorrebbe di appartenenza al Ministero della Salute.
Ma andiamo con ordine. Alcuni anni fa, nella necessità di rispolverare delle nozioni di scienza dell’alimentazione sono andata in internet - fautrice della tecnologia e dell'innovazione credevo ancora che la rete fosse lo scrigno del sapere aperto a tutti - e, con mia sorpresa, ho scoperto che l’INRAN non esisteva più. Ricerca dopo ricerca ho trovato una realtà che non immaginavo. Realtà che ho anche sottovalutato non salvando in modo sicuro tante informazioni, fiduciosa che, prima o poi, qualcuno avrebbe fatto le mie stesse ricerche cominciando ad indagare su quel sistema di scatole cinesi tutt’altro che trasparente e privo di conflitti di interesse.
Ai più, di sicuro, il nome INRAN non dirà assolutamente nulla, ma non è stata notizia di così poco conto perché era l’ente che aveva promosso la dieta mediterranea; l’ente che, con i suoi studi e le sue banche dati, stilava le tabelle di composizione degli alimenti attraverso le quali vengono aggiornate periodicamente le linee guida per una sana alimentazione. Si, proprio quelle tabelle che tutti, prima o poi, abbiamo consultato anche solo in vista di una dieta, ma che sono seguite anche dalla medicina ufficiale per cure e terapie.
Dal 2012, data di soppressione dell’Inran fino al 2020 queste tabelle continuarono ad essere frutto di analisi quasi totalmente risalenti al 1998 quando ancora le colture, gli allevamenti e i processi di lavorazione non avevano raggiunto i livelli odierni. Dal 2020 furono aggiornate dal crea
L’Inran, Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione era, soprattutto, un ente indipendente e le preoccupazioni che assalirono una parte del mondo scientifico si sono rivelate più che fondate. Interrogazioni parlamentari, proteste e dubbi accompagnarono questo decreto del governo Monti che metteva nelle mani di persone con grande esperienza a livello economico e strategico un settore tanto importante quanto delicato. La soppressione dell’Inran che, ufficialmente, rientrava nella lodevole politica di eliminazione di enti inutili ha, di fatto, eliminato un supporto scientifico indipendente mettendo tutto nelle mani di figure allora definite ”poco disponibili a capire il ruolo decisivo del cibo e dell’alimentazione , e orientate verso il massimo sviluppo dell’allevamento intensivo, incuranti del benessere animale e, ancor meno, alla conseguente salute umana".
N.B. Da non confondere questo ente con il più recente INRAN, presente online, che è un sito di proprietà della Web Digital Design, nato da un’idea di Antonio Pisaniello per diffondere informazion
http://documenti.camera.it/leg17/dossier/Testi/CPta
www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/29667
Ma la scure taglia enti non colpì solo l’Inran.
L’ENSE (Ente Nazionale per le Sementi Elette) viene eliminato nel 2010 dal Governo Berlusconi per decreto. Costituito nel 1954 per iniziativa di alcuni istituti di credito al fine di promuovere l’uso di sementi di qualità e la certificazione su base volontaria, venne successivamente riconosciuto ente di diritto pubblico e posto sotto la vigilanza del Ministero dell’Agricoltura con l’avvento della certificazione ufficiale obbligatoria.
II servizio di certificazione era poi confluito nell’INRAN.
L'ENSE rivestiva un ruolo importante soprattutto nel biologico dove è essenziale il controllo. "Al fine di facilitare la conoscenza delle disponibilità di materiale di moltiplicazione biologico ed una corretta concessione delle deroghe, con circolare del 22 luglio 1998, il Ministero delle politiche agricole affidò all’ENSE la costituzione e la gestione di una apposita “banca dati” sulla disponibilità di sementi biologiche. Scopo della banca dati era di favorire l’incontro fra domanda ed offerta: fra le aziende sementiere, che producevano o importavano sementi biologiche, ed i produttori agricoli del biologico, che le dovevano impiegare. Qualora le sementi biologiche disponibili non fossero sufficienti nella quantità e della varietà richiesta dai produttori agricoli, l’ENSE aveva il compito di rilasciar loro la prescritta deroga per utilizzare sementi convenzionali."
Nel 2018 il sistema di deroghe, che permette l’utilizzo di sementi convenzionali anche nel biologico (col loro bagaglio di trattamenti e modificazioni), aveva fatto sì che la riproduzione di sementi bio non superasse il 4%.
L’INEA (Istituto Nazionale di Economia Agraria) fu istituito con personalità giuridica e gestione autonoma dal regio decreto 1418 del 10 maggio 1928 allo scopo di eseguire indagini di economia agraria e forestale per leggi e normative future. Col tempo aveva orientato la sua attività alle necessità del sistema agroindustriale. Fu ricompreso tra gli enti del comparto di ricerca dalla legge 70/75 ed indicato tra quelli di notevole rilievo. Con DPCR 1708/65 fu designato organo di collegamento tra Stato Italiano e Unione Europea per la creazione e la gestione di RICA (Rete di Informazione Contabile Agricola), uno strumento comunitario finalizzato a conoscere la situazione economica dell’agricoltura europea e a programmare e valutare la PAC (Politica Agricola Comunitaria). Con DM del 31 marzo 1990 fu inserito tra gli enti che fanno parte del sistema di statistica nazionale (SISTAN). L’ente , riordinato dal d.lgs 454 del 29 ottobre 1999 dettò la disciplina per la riorganizzazione del settore della ricerca in agricoltura.
CIN
L’attività di ricerca si poteva riassumere in:
Agronomia, agrometereologia, agrobiologia e modellistica dei sistemi agricoli. Le attività si articolavano sui seguenti settori specifici di ricerca: i) modellazione di sistemi agricoli ii) impatto dei cambiamenti climatici sulle attività agricole; iii) valutazione di aspetti energetici e del bilancio del carbonio dei sistemi agricoli; iv) modelli biofisici per la simulazione di insetti e patogeni di interesse agrario in funzione per la sostenibilità dei sistemi agricoli l’adattamento ai cambiamenti climatici. Trasversale a queste azioni lo sviluppo di componenti e applicazioni software, e lo studio di architettura software per la realizzazione di strumenti nel settore agro-ambientale; a queste attività corrisponde la manutenzione di siti web per ottenere il software prodotto. Nell’ambito della modellazione dei sistemi agricoli, il Centro era coinvolto in progetti europei e nazionali per lo sviluppo di modelli e strumenti informatici atti a stimare, mediante metodi quantitativi, la produttività e le ricadute ambientali di colture erbacee annuali/poliennali, frutteti/vigneti e sistemi agroforestali, in specifiche combinazioni di clima, suolo e tecniche di gestione colturale.
Biomasse lignocellulosiche ad uso energetico. Presso l'azienda di Anzola dell'Emilia venivano condotti diversi esperimenti poliennali su specie perenni da energia: canna comune, miscanto, pioppo, robinia, salice e panico. Detti esperimenti avevano lo scopo di approfondire le conoscenze sia su aspetti di eco-fisiologia delle colture, sia sui servizi agroambientali che la coltivazione di queste colture poteva assicurare. In questo ambito, di particolare interesse sono gli studi sull'incremento del contenuto del carbonio organico del suolo e sul contenimento dei nitrati potenzialmente lisciviabili nel profilo del suolo.
Fibra. Il Centro collezionava e valutava il germoplasma di canapa e lino. Con tecniche di biologia molecolare studiava le basi genetiche della canapa allo scopo di orientare e accelerare il miglioramento genetico. Le ricerche ed i materiali genetici selezionati trovano interesse industriale per la tendenza al “ritorno” delle fibre naturali in campo tessile, ma ultimamente si sono aperti settori dell’alimentare e del farmaceutico che richiedono parti della pianta (semi, aromi, olio etc), fibra attivata con principi attivi ad azione terapeutiche ed anche costituenti delle piante tessili con promettenti attività curative (cannabinoidi, acidi grassi polinsaturi e terpeni).-Saranno davvero solo un caso gli ostacoli e le limitazioni all’utilizzo della canapa dalle molteplici proprietà, anche di rigenerazione del terreno.-
Piante da fibra. Il CRA-CIN svolgeva ricerche nel settore della genetica della biosintesi dei cannabinoidi in canapa (Cannabis sativa), determinando le sequenze geniche responsabili della diverse varianti chemotipiche esistenti, e mettendo a punto marcatori PCR per la selezione assistita per l’identificazione precoce del chemotipo, del sesso maschile nella canapa dioica, e per l’analisi della variabilità genetica dei materiali in collezione. Presso il CRA-CIN di Rovigo si svolgevano ricerche sulle possibili applicazioni terapeutiche di linee di canapa dotate di profili specifici e puri di diversi cannabinoidi, utilizzabili nel settore farmaceutico. Il CRA-CIN ha inoltre registrato numerose varietà di lino (Linum usitatissimum), ed è in possesso di una estesa collezione di germoplasma di accessioni e varietà sia da fibra che da seme per questa specie.
Orticole da industria. Il CRA-CIN svolgeva studi di genetica e biologia molecolare dei geni responsabili dell’accumulo di carotenoidi nei tuberi di patata (Solanum tubersosum). Le ricerche si focalizzavano sull’analisi di espressione di diversi geni-chiave del metabolismo dei carotenoidi nel germoplasma di Solanum, e sulla caratterizzazione degli alleli associati alla diversità nel germoplasma del colore del tubero, con l’obiettivo di correlare le informazioni ottenute a livello genetico e genomico con le quantità accumulate dei diversi tipi di carotenoidi. L'attività di ricerca genetica sul fagiolo comune (Phaseolus vulgaris L.) si interessava di stress biotici, caratterizzando dal punto di vista genomico le famiglie di geni di resistenza NBS-LRR, e sviluppando marcatori molecolari associati alla resistenza ai nematodi galligeni (es. gene Mi, Meloidogyne incognita razza 1), integrando tali marcatori nelle mappe genetiche disponibili. Venivano svolti inoltre studi bio-geografici ed evolutivi, basati sulle sequenze geniche ottenute, su una collezione di germoplasma di Phaseolus (1000 genotipi analizzati), allo scopo di individuare nuove fonti di resistenza e di localizzare l'origine delle resistenze stesse.
Oleaginose. Nel settore delle oleaginose il CRA-CIN di Osimo svolgeva ricerche che miravano alla costituzione di linee di girasole (Helianthus annuus) ristoratrici, maintainer e maschiosterili ad elevata attitudine generale alla combinazione, sia convenzionali (alto linolenico, HL) che ad alto contenuto in acido oleico (HO); il breeding svolto presso il CRA-CIN di Osimo aveva anche l’obiettivo di introdurre la resistenza alla peronospora e la resistenza agli erbicidi imidazolinoni nelle migliori linee HL e HO.
Microbiologia e sanità delle colture
Ecologia microbica dei suoli e sanità delle colture . Il centro svolgeva attività di ricerca nei campi dell’ecologia microbica, micologia e patologia vegetale con tecniche colturali e metagenomica. Questi studi erano affiancati da ampio uso di test biologici per la valutazione funzionale dei microorganismi tellurici, del rapporto pianta-microorganismi a livello di rizosfera e per la valutazione dell’impatto delle pratiche agronomiche sulle popolazioni microbiche dei suoli dei suoli agrari (indicatori microbici di sanità dei suoli). Tutto questo, in funzione dell’incremento della fertilità biologica e sanità dei suoli agrari intensivamente coltivati (soil suppressiveness). Il centro si occupava anche specificamente dei patogeni fungini tellurici delle colture con studi filogenetici su popolazioni di interesse agrario; questi studi erano integrati con test biologici e studi funzionali del rapporto con la coltura ospite. Infine svolgeva studi sulla risposta potenziale patogeni tellurici agenti di necrosi radicale ai cambiamenti climatici, sempre in funzione della gestione agronomica di queste avversità biotiche responsabili del declino produttivo delle colture.
Microrganismi e molecole utili per la protezione delle colture e per l’agro-industria. L’attività di ricerca era rivolta principalmente alla valutazione dell’attività biologica di composti naturali, microorganismi e loro formulati per l’impiego in strategie di difesa non convenzionale delle colture, anche in combinazione con altri mezzi di lotta, quali la biofumigazione con derivati delle Brassicaceae. Particolare attenzione era rivolta agli agenti di controllo biologico, come il fungo Trichoderma, di cui il centro conservava e implementava un’ampia collezione. Oggetto di studio erano i principali meccanismi d’azione, quali antagonismo verso fitopatogeni fungini, colonizzazione del sito d’infezione, promozione della crescita e induzione di resistenza sistemica nella pianta ospite, anche attraverso analisi biochimiche di marker enzimatici e tecniche biomolecolari di espressione genica. La collezione di Trichoderma e di altri isolati fungini non fitopatogeni è stata studiata anche in relazione alla produzione di enzimi cellulosolitici e xilanolitici per applicazioni in diversi settori agro-industriali, come il pretrattamento biologico delle biomasse lignocellulosiche a scopi energetici, per la filiera del bioetanolo e del biogas.
Conservazione e trasformazione dei prodotti agricoli, inclusa la chimica e la tecnologia delle piante non alimentari
Biocarburanti e biolubrificanti. Per la produzione di bioetanolo sono stati sperimentati prevalentemente sorgo zuccherino ed alcuni genotipi di barbabietola da zucchero. furono effettuati studi di produzione di bioetanolo da biomasse ligno-cellulosiche mediante l’uso di Trichoderma. Per la produzione di biocarburanti da colture oleaginose sono state sperimentate applicazioni in filiera corta e la valorizzazione dei co-prodotti anche attraverso innovazioni di processo nelle tecnologie estrattive. Biofumigazione. Il Centro aveva competenze più che decennali nell’analisi e gestione di molecole vegetali ad attività biologica, tra le quali il sistema glucosinolati-mirosinasi, attraverso studi agro-tecnologici, biochimici, fitopatologici e tossicologici. In tale ambito sono state selezionate piante e realizzati formulati brevettati (farine, pellets e formulati liquidi) interamente a base vegetale caratterizzati da un’azione di controllo biologico di alcuni patogeni agrari nella cosiddetta tecnica della biofumigazione.
Nutraceutica e Molecole funzionali: Su questo tema il Centro svolgeva ricerche approfondite sulle proprietà: a) dei glucosinolati purificati in quantità di grammi e ad elevato grado di purezza da semi e piante di Brassicaceae e Moringaceae, bioattivati con enzima mirosinasi, nella prevenzione delle patologie tumorali e neurodegenerative, b) di estratti liofilizzati ottenuti da germogli di Brassicaceae, ad elevato contenuto di glucosinolati, per usi fitoterapici, c) dei cannabinoidi psicotropi e non psicotropi per usi salutistici.
Filiera piante oleaginose. In questo comparto il Centro svolgeva attività agronomica e di miglioramento genetico per l’incremento delle produzioni agroindustriali sia di tipo alimentare (girasole), sia non alimentare (Brassicaceae). Studio di colture oleaginose per biolubrificanti ed oli tecnici per l’industria in un’ottica di Bioraffineria applicata sul territorio.
Tra il patrimonio del Cin c’erano • Cellule: ibridomi e linee cellulari secernenti anticorpi monoclonali specifici per antigeni di virus vegetali; • Microrganismi: oltre 300 isolati di microrganismi fungini, potenziali agenti di lotta biologica e/o produttori di enzimi di interesse biotecnologico; • Sementi: barbabietola da zucchero, brassicacee, canapa, fagiolo, girasole, pisello, pomodoro, ricino; • Piante in vitro: patata (cv italiane, storiche straniere, agroecotipi locali, wild relatives).
IL CENTRO DI RICERCA PER LA PATOLOGIA VEGETALE che, con le sue banche dati dei fitofarmaci e dei prodotti utilizzabili in agricoltura biologica, si occupava della difesa delle piante agrarie e forestali da agenti biotici (batteri, funghi, virus, viroidi, fitoplasmi, ecc.) e abiotici (fisiopatie, condizioni pedoclimatiche avverse). Studiava l’interazione tra pianta e patogeno, l’epidemiologia e la caratterizzazione delle popolazioni di organismi patogeni con metodi tradizionali e della biologia molecolare per la lotta alle malattie. Ricercava le fonti genetiche della resistenza e della tolleranza ai parassiti da applicare allo sviluppo di varietà/linee resistenti mediante l’uso di metodi convenzionali e biotecnologici. Studiava la difesa delle colture nell’ambito dei metodi di produzione convenzionale, integrata e biologica. Curava la definizione di metodi di diagnosi utili nella prevenzione delle malattie; definiva le tecniche e le modalità di trattamento idonee a minimizzare i residui di fitofarmaci nei prodotti e nell’ambiente. Curava la messa a punto di tecniche di risanamento per la produzione di materiale di propagazione certificato esente da patogeni.
P.S. Fino ad un certo periodo le aziende agricole dove i test e le prove in vivo venivano fatte erano facilmente individuabili, ora, eufemisticamente, molto meno.
E VENIAMO FINALMENTE A NOI. Nel 2015, dopo tutte queste soppressioni di enti e il terremoto che ci fu all’interno del Ministero delle politiche agricole, nasce il Crea, presentato dal ministro Martina ad Expo.
RETATA AL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI
Il Crea è il principale ente di ricerca italiano dedicato all’agroalimentare con personalità giuridica di diritto pubblico, vigilato dal Mipaaf.
Come da fonte ufficiale, si occupa di:
-AGRICOLTURA E AMBIENTE Il centro si occupa della caratterizzazione e modelizzazione spazio-temporale degli agro-ecosistemi attraverso approcci interdisciplinari, con attività prevalenti nel settore agronomico dell’intensificazione sostenibile delle produzioni, della gestione efficiente delle risorse naturali (acqua, suolo, insetti utili e microrganismi) e con paricolare riferimento alle relazioni tra sistemi di coltura, conservazione dei suoli, cambiamenti climatici (adattamento e mitigazione) e monitoraggio dell’ambiente.
ALIMENTI E NUTRIZIONE Il centro è impegnato nella valorizzazione tecnologica e nutrizionale dei prodotti agroalimentari, nella tutela della salute umana, con particolare riferimento alla qualità, funzionalità e sostenibilità alimentare. Promuove campagne di educazione alimentare mediante definizione delle linee guida per la popolazione e fornisce supporto scientifico in materia di nutrizione per il settore agroalimentare, anche attravero apposite attestazioni di qualità degli alimenti. Sviluppa analisi di scenario economico e sociale in materia di produzione e consumo di beni nel settore agroalimentare
CEREALICOLTURA E COLTURE INDUSTRIALI DIFESA E CERTIFICAZIONE Il centro si occupa della difesa delle piante agrarie, ornamentali e forestali e delle derrate alimentari da agenti biotici e abiotici. Definisce metodi di difesa sostenibili, integrati e biologici dell’agroecosistema. E’ riferimento nazionale per la difesa e la certificazione dei materiali di pre-moltiplicazione. Si occupa di controllo e certificazioni di materiali sementieri, della valutazione dei requisiti per l’iscrizione o rilascio di privativa (brevetti) di varietà vegetali.
FORESTE E LEGNO Il centro promuove la gestione sostenibile delle foreste e dell’arboricoltura da legno attraverso ricerche e studi sul miglioramento genetico degli alberi forestali e sulla conservazione e gestione della biodiversità. Sviluppa innovazioni tecnologiche per la valorizzazione delle produzioni legnose in foresta e fuori foresta.
GEONOMICA E BIOINFORMATICA
INGEGNERIA E TRASFORMAZIONI
Il centro svolge attività nel campo dei processi e delle trasformazioni nei biosistemi per una gestione sostenibile degli agroecosistemi e delle filiere agricole, agroalimentari. Svolge ricerche sullo sviluppo e l’uso delle tecnologie, macchine e impianti per la produzione primaria anche ai fini alimentari , per il miglioramento della qualità lungo tutta la filiera, con particolare riguardo alle produzioni ortofrutticole e olearie. Fornisce supporto e consulenza tecnica e scientifica agli attori pubblici e privati dei sistemi di riferimento e al processo di certificazione e di armonizzazione della normativa.
OVICOLTURA, FRUTTICOLTURA E AGRUMICOLTURA il centro si occupa di conservazione e valorizzazione delle risorse genetice, di genetica, genomica e miglioramento genetico di varietà e di portainnesti, di valutazione delle innovazioni varietali. Sviluppa metodi innovativi di propagazione in vitro e in vivo; applica metodi di gestione e di difesa integrata e biologica per il miglioramento della qualità e della conservazione dei frutti e/o succhi. Si occupa anche di valorizzazione dei sottoprodotti agroalimentari.
ORTICOLTURA E FLOROVIVAISMO Il centro si occupa di recupero, valorizzazione e miglioramento genetico di specie orticole e di specie di interesse ornamentale. Promuove innovazioni agronomiche per la sostenibilità delle colture ortive e ornamentali e delle produzioni vivaistiche, in pieno campo e sotto serra. Realizza studi sulla sicurezza degli alimenti vegetali freschi da orticoltura di pieno campo e da ambienti protetti. Analizza l’utilizzo di sostanze naturali, microrganismi antagonisti, compost e derivati per la difesa di specie di interesse per ortofloricoltura.
POLITICHE E BIOECONOMIA Il centro sviluppa analisi conoscitive e interpretative delle dinamiche economiche e sociali di breve, medio e lungo periodo relative al settore agroalimentare, forestale e della pesca. Svolge indagini sulle caratteristiche e l’evoluzione delle aree rurali e i rispettivi fattori di competitività. Analizza ad ampio spettro le politiche settoriali adottate, valutandone effetti, impatti e modalità attuative. Fornisce supporto alle istituzioni pubbliche e private nel settore agroalimentare, forestale e della pesca. Partecipa alla realizzazione di banche dati di settore all’interno del sistema statistico nazionale, producendo studi e pubblicazioni che favoriscano la divulgazione della conoscenza tra le istituzioni del territorio e le filiere produttive
VITICOLTURA ED ENOLOGIA Il centro è specializzato nella conservazione, caratterizzazione e valorizzazione del genoplasma delle varietà di uva da tavola e da vino, attraverso studi sul miglioramento genetico, fisiologia, genomica e metabolomica della vite. Promuove tecniche colturali innovative e strumenti per la zonazione. Si occupa del trasformazione di carne e latte. Sviluppa innovazioni nell’ambito della strumentazione per il controllo della sofisticazione dei prodotti caseari e delle carni, nonché degli impianti e tecnologie avanzate per l’ottimizzazione degli allevamenti. controllo e della certificazione dei materiali di propagazione e della gestione del Registro Nazionale delle Varietà di Viti. Studi fisici, chimici, biologici e sensoriali sulla composizione e trasformazione delle uve e sulla conservazione e valorizzazione della biodiversità dei microrganismi, con particolare riferimento alla qualità delle produzioni, alla tracciabilità, alla sostenibilità ambientale e sicurezza alimentare.
ZOOTECNIA E ACQUACOLTURA Il centro si occupa di miglioramento genetico, tecniche di allevamento e conservazione della biodiversità, ivi compreso il mantenimento dell’allevamento del nucleo del cavallo Lipizzano. Le attività di ricerca si concentrano nei settori della genomica, alimentazione, fisiologia, benessere animale, produzione e trasformazione di carne e latte. Sviluppa innovazioni nell'ambito della strumentazione per il controllo della sofisticazione dei prodotti caseari e delle carni, nonché degli impianti e tecnologie avanzate per l'ottimizzazione degli allevamenti.
Fin dal suo nascere è stata molto chiara la strada che avrebbe seguito sia attraverso le direttive del cda che di tutte le figure posizionate nei vari ambiti: dalle associazioni, alle reti rurali, ai social, ecc.
Forte della vastità di campo operativo derivato dagli enti inglobati, di fatto indipendente e controllore di se stesso, inizia così il monopolio assoluto sulla nostra salute e vita.
Al suo sorgere a capo del Crea c’erano:
- SALVATORE PARLATO, eletto presidente dal Consiglio dei Ministri su proposta del ministro Martina. Parlato è economista e consulente per le pubbliche amministrazioni sui temi della finanza pubblica. Si occupa di controllo e razionalizzazione della spesa, ristrutturazione e gestione delle imprese pubbliche, valutazione degli strumenti finanziari. È stato consigliere economico al Ministero dell’Economia e delle Finanze. Attualmente è Presidente della società Talete SpA e membro del Consiglio di Amministrazione della società finanziaria regionale IRFIS-Finsicilia spa. Svolge attività di ricerca e docenza in collaborazione con Università, Centri di ricerca ed Istituzioni pubbliche nazionali e internazionali. È curatore di una decina volumi e autore di oltre 20 pubblicazioni scientifiche inerenti la tassazione locale, l’analisi comparata dei sistemi fiscali, il disegno e funzionamento delle regole fiscali in sistemi federali, le misure di efficienza nel settore pubblico, l’uso degli strumenti finanziari negli enti pubblici. E’ socio corrispondente dell’Accademia dei georgofili e socio dell’Accademia delle Scienze Forestali.
- MICHELE PISANTE Professore Ordinario di Agronomia e coltivazioni erbacee presso l’Università degli Studi di Teramo dal 1° ottobre 2005. Coordinatore Scientifico del Master Universitario di primo livello “Agricoltura di Precisione” anno accademico 2016/2017. Componente del Consiglio di Amministrazione del CREA, Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria (2017).
ALESSANDRA GENTILE Dal 1 ottobre 2006 professore ordinario di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree presso l’Università degli studi di Catania Vicepreside della Facoltà di Agraria dell’Università degli studi di Catania (2004-2006); Direttore del Dipartimento di Ortofloroarboricoltura e Tecnologie agroalimentari dell’Università di Catania (2009-2010); Prorettore vicario dell’Università degli Studi di Catania (dal 28 marzo 2013 al 25 novembre 2016); Delegato per la ricerca dell’Università di Catania (dal 2015 ad oggi);
CREA E BREVETTI - Il Crea ogni anno aggiunge nuove piante e sementi all'elenco dei propri brevetti (i brevetti crea spaziano anche nel mondo della lavorazione degli alimenti e tanto altro). Questo non solo limita la diversità biologica ma anche è alla base di situazioni di dipendenza per agricoltori, selezionatori di sementi e produttori di alimenti perchè la vendita, l’acquisto e lo scambio di seme non certificato è illegale e passibile di sanzioni sia da parte della repressione frodi che della guardia di finanza. Da recente “postilla” aggiunta recentemente dal governo l’utilizzo di semi autoprodotti farà decadere qualsiasi diritto ad accedere a contributi di sostegno e fondi europei Nel catalogo del 2015, erano 51 i brevetti di invenzioni industriali/modelli di utilità, 207 le varietà vegetali protette da privativa e oltre 460 le varietà vegetali iscritte ai registri nazionali.(non sono esenti da brevetto neppure gli alberi utilizzati per il reimpianto boschivo)
2016 SIGLATO PROTOCOLLO CREA- ACCADEMIA DEI GEORGOFILI La convenzione nasce con l’intento di favorire l’attuazione di programmi di ricerca e di sviluppo mirati e legati ai bisogni reali del territorio, incentivando il trasferimento tecnologico e la diffusione dell’innovazione nei settori più strategici. In quest’ottica verranno promossi progetti iniziative congiunti, destinati a incoraggiare lo sviluppo locale attraverso l’integrazione di pratiche innovative e conoscenze scientifiche, quali ad esempio le tecniche colturali compatibili coi cambiamenti climatici. Verranno intraprese, inoltre, azioni di formazione e comunicazione tecnico-scientifica, volte a stimolare l’incremento del grado di innovazione delle imprese e la valorizzazione del capitale umano e a rafforzare la rete dei Centri di ricerca. In questo modo sarà promosso il coinvolgimento diretto delle imprese e dei centri tecnologici nella progettazione e realizzazione delle innovazioni e dei processi di sviluppo.
https://www.agricolae.eu/siglato-il-protocollo-crea-accademia-dei-georgofili/
L'Accademia dei Georgofili ha sede nella torre de' Pulci, posto appunto in via dei Georgofili nell'immediate vicinanze degli Uffizi ed è stata oggetto, nella notte tra il 26 e il 27 maggio 1993, di un attentato dove persero la vita cinque persone Quattro mesi dopo l'attentato mafioso che aveva distrutto la sede dell'Accademia e annientato la famiglia del custode, il 17 luglio 1993 il Corpo accademico si riuniva solennemente, presente il Ministro dell'agricoltura, in una sala fiorentina per ricordare le vittime e udire dal Presidente la relazione sui lavori di ricostruzione già iniziati. Incaricato dal direttore del periodico Airone, Salvatore Giannella, lo storico e giornalista Antonio Saltini proponeva, nella circostanza solenne, che il Paese affidasse all'Accademia, in segno di risarcimento e di fiducia nella ragione, la biblioteca e l'archivio fotografico della società Reda, l'editrice della Federconsorzi, allora in corso di liquidazione dopo una procedura concorsuale oggetto di una complessa indagine giudiziaria, perché quello che aveva costituito il patrimonio del più importante organismo della cultura agraria nazionale non venisse disperso, ma fosse a disposzione di tutti gli studiosi affidato alla custodia dell'organismo che meglio di ogni altro ne poteva tutelare il valore di bene di pertinenza nazionale. I rappresentanti delle banche presenti alla riunione accolsero prontamente la proposta e la biblioteca-archivio Reda costituì così l'unico lascito riconoscibile del patrimonio agricolo pubblico costituito dalla Federconsorzi.
Il crea si è prodigato fin da subito per diffondere la propria “conoscenza” attraverso giornalisti ed informatori di settore appositamente preparati fino ad arrivare all’immediato futuro con percorsi di laurea “personalizzati".
https://www.youtube.com/watch?v=iIkh2a4MPQk
https://www.youtube.com/watch?v=Uf8jcgxqjhM&feature=emb_logo
https://www.youtube.com/watch?v=3d2-ihJMo7M&feature=emb_logo
L’ente, pur essendo a capo del biologico non ha mai nascosto la sua posizione, anche mantenendosi dietro la facciata di scienza che ha a cuore il nostro bene e in risposta a problemi che apparivano senza soluzione . Posizione e soprattutto operato cui si ha notizia attraverso denunce varie di chi ci si è dovuto scontrare e non intendeva accettare supinamente come cosa normale e giusta.
"Lo dicono gli esperti" sta diventando sempre di più un alibi per non informarsi davvero e comodamente fidarsi
Lungi da me essere contro il progresso, anzi. Non idealizzo la vita di un tempo, dove, come in tutte le epoche, c'era del buono e del meno buono, ma non condivido il progresso che diventa maschera per nascondere gli interessi di pochi. Il progresso che auspico non è quello che segue la regola "tutto quello che si può fare è lecito farlo" e neppure quello che vede, ad es., la nascita e lo sviluppo di brevetti su grani con un'alta componente di glutine (richiesti dall'industria), che fanno il paio con cereali perlati ( processo che impoverisce di nutrienti e spesso aiuta a nascondere la pessma qualtà).
Ricordiamo che il CREA con ricerca e brevetti promuove lo sviluppo di colture e allevamenti intensivi, ma si occupa anche del biologico che dovrebbe tutelare indirizzando normative, informazioni e scelte nel campo di un'alimentazione sana e consapevole.
Il CREA fa formazione e informazione partecipando a congressi, convegni trasmissioni radio e tv.
CIBO, AMBIENTE, SALUTE DOVE INIZIA LA NOSTRA CONOSCENZA
E la storia ovviamente continua...
2022
Accordo con il centro di ingegneria genetica
QUANDO SPARIRANNO LE API ALL'UMANITA' RESTERANNO QUATTRO ANNI DI VITA
API LA UE DICE NO AI NICOTENOIDI
LA SALUTE NEI PROGRANNI SCOLASTICI
UN GIORNO CAPIREMO CHE IL NON MI RIGUARDA E' UN PESSIMO CONCETTO
IL MINISTERO DELL'AGRICOLTURA FA RICERCA A WHUAN
CIMICE ASIATICA E VESPA SAMURAI
CURA DEI BOSCHI O SCEMPIO CRIMINALE