giovedì 28 febbraio 2019

VELENI NEL PIATTO OPPURE NO?

www.queryonline.it


Mai avrei pensato di tornare a parlare di glifosate, ma, ultimamente, è tornato alla ribalta e non posso esimermi dal dire la mia. Come già accennato in un precedente post (ACQUA, TERRA, FUOCO, ARIA) , io e il glifosate abbiamo una ormai lunga "amicizia".
Per ricapitolare un po', vista la mia pessima memoria nelle date, sono andata a spulciare Il Foglio, noto sostenitore di glifo (ormai siamo in confidenza 😜)   (1)




Dunque: 
1950 viene scoperto il composto chimico da Henry Martin che lavorava per la svizzera Cilag, ma non è oggetto di pubblicazione.
1970 la Monsanto effettua studi per un nuovo e più potente diserbante
1974 nasce il roundup
2001 il brevetto è scaduto e il glifosate viene utilizzato da molte azende nella formulazione di diserbanti non solo per l'agricoltura, ma anche per il giardinaggio e soprattutto per la manutenzone del verde (quanti ricordi...) VEDI ACQUA, TERRA, FUOCO, ARIA
2017 l'Unione Europea ne autorizza l'uso per altri 5 anni
2018 la Bayer acquista la Monsanto e ne cancella il marchio
“Un matrimonio ed un funerale insieme”. Così il quotidiano francese Le Monde ha definito la mega fusione fra i due colossi della chimica, Bayer e Monsanto, che il 7 giugno, con un’operazione da 63 miliardi di dollari ha mandato per sempre in pensione marchio storico della multinazionale americana,  leader mondiale nella produzione degli Ogm, di pesticidi come DDT o come il famigerato glifosato.  Agli occhi degli ambientalisti “Monsanto aveva l’immagine del demonio”, ha spiegato uno dei dirigenti della Bayer, Frank Garnier, intervistato dal quotidiano francese.  Ed è un fatto che l’operazione– la più grande mai realizzata da una società tedesca all’estero- sia già stata ribattezzata come “le nozze col demonio”.

corporateeurope.org

Il glifosate viene venduto a varie concentrazioni e, di norma, contiene aggiunte di tensioattivi anti-schiuma, coloranti, vari biocidi e prodotti assortiti per regolare il grado di acidità. Come è quasi la norma, quando si è in presenza di una mistura di prodotti chimici e se proprio di quella mistura si vuole stabilire l’eventuale nocività, si valuta quanto sia tossico ognuno dei componenti e ci si ferma lì. Purtroppo si tratta di un errore grave perché in tossicologia, ahi noi, uno più uno non sempre fa due. Anzi, non lo fa quasi mai, essendo gli addendi reciprocamente sinergici, vale a dire che si potenziano l’un l’altro. Così, se già due addendi rendono difficile stabilire quale sia la loro somma tossicologica, quando gli addendi sono tanti la cosa diventa di fatto impossibile. Nel caso specifico, poi, spesso compaiono componenti del prodotto finale che sono particolarmente tossici, addirittura, forse, più del glifosato stesso, e il tensioattivo poliossietilenamina (POEA) può costituire un esempio. Quello che è difficile negare è che POEA più glifosato facciano una miscela che l’organismo non gradisce.
Giusto per dare un elenco stringatissimo dei guai che ingerire il prodotto può provocare, mi limito a ricordare che si verificano effetti corrosivi su tutto il tubo digerente a partire dalla bocca; reni e fegato sono danneggiati a causa di un minore afflusso di sangue, sopravvengono gravi disturbi respiratori, aritmia, acidosi e iperpotassiemia. 


Dalla tifoseria:
lo studio serio più “allarmista” dice che il glifosato ha la stessa pericolosità degli insaccati e della fiorentina alla brace.







IL FOGLIO - L'insensata guerra al glifosato che farà solo male all'Italia

Dopo gli Ogm, l’olio di palma e le carni rosse, l’ennesima campagna allarmistica che danneggia la nostra agricoltura
 In Europa c’è in atto una guerra che si sta combattendo senza esclusione di colpi. La pietra dello scandalo è il glifosate, il più utilizzato agrofarmaco al mondo e uno dei meno tossici e persistenti nell’ambiente. Ha però due gravi difetti: è stato inventato da Monsanto, la multinazionale più odiata della storia, e inoltre serve a rendere il grano nordamericano necessario a quello italiano grazie al trattamento in pre-raccolta che ne aumenta il contenuto in proteine e riduce il rischio di micotossine. Spesso noi produciamo grano povero di proteine e se non gli aggiungiamo grano canadese non riusciamo a fare la pasta. Nel senso che la nostra pasta verrebbe scotta




Detto questo, mi trovo a difendere quei produttori finali attaccati perchè nei loro prodotti viene trovato il glifosate. Sicuramente ci vorrebbe un po' più di attenzione da parte loro, ma più che la chiarezza delle loro etichette, che non guasta, dovremmo pretendere una maggiore trasparenza da parte di chi produce le materie prime e di quegli enti pubblici che ci propongono immagini da "pubblictà del Mulino Bianco" e mezze verità in nome dell'innovazione. I prodotti chimici utilizzati per produrre il nostro cibo non dovrebbero essere secretati come fossero segreti militari. Gli studi per approvarne l'utilizzo non dovrebbero essere fatti solo da chi godrà dei brevetti. Le aziende e i soggetti privati, che con questi enti collaborano, beneficiandone sia a livello economico che di immunità, non dovrebbero aver come controllore dell'operato gli enti di cui sopra.
Facciamo l'esempio dell'olio. La Ue ha vietato l'uso dei nicotenoidi perchè tossici per l'uomo e tra i responsabili della moria delle api. Bene! Se io compro olio italiano penso quindi che non ce ne saranno. E qua mi sbaglio perchè, come sta accadendo in Puglia, per il gioco delle deroghe, è stato reso obbligatorio il trattamento degli ulivi proprio con quei nicotenoidi.




agricoltura 4.0 - crea
  


=============


(1) in realtà Glifo è il nome di uno dei primi animali salvati che ci hanno fatto capire cosa fosse davvero il glifosate ai tempi in cui veniva spruzzato anche nei parchi gioco



=========================

AGGIORNAMENTI:


e le risposte non si fanno attendere...

Senza fitofarmaci non si può garantire l’approvvigionamento di cibo

La Camera dei Deputati ha approvato all’unanimità la mozione riguardante l'uso conforme alle normative per gli agrofarmaci (impropriamente definiti "pesticidi") che tutelano le colture agrarie e il bestiame da parassiti e patogeni.
In particolare, nel testo si raccomanda di fare un uso "più responsabile" dei fitofarmaci, al fine di razionalizzarne sempre di più l'utilizzo, e di sostenere pratiche di produzione innovative e integrate con l'ambiente...

… La razionalizzazione dell'impiegodei prodotti fitosanitari costituisce una sfida per tutti glioperatori del settore, tanto nelle tecniche di produzione"convenzionali" che in quelle "biologiche".Infatti, senza fitofarmaci non è attualmente possibile ottenere unaproduttività sufficiente a garantire la sicurezza alimentareFrumento, riso, mais, soia e orzo senza l'ausilio degli agrofarmacipotrebbero perdere oltre il 30% della loro produzione.... “
 (ACCADEMIA DEI GEORGOFILI) 








2019

La composizione su 100 g è di 4,53 g di spirotetramat puro , il restante dai soliti coformulanti, nome sotto cui vanno sostanze dichiarate "inerti" e che quindi non necessitano di autorizzazioni, ma il cui elenco dettagliato o la composizione rimangono a tutt'oggi fuori dalle etichette.




 =========================

Nessun commento:

Posta un commento

C'ERA IL TEMPO

 C'era il tempo in cui se le temperature erano troppo alte non si andava dove questo poteva rappresentare un pericolo, così come non si ...