Uno dei grandi cambiamenti della nostra era è, senza dubbio, internet, irrinunciabile parte integrante della nostra vita.
In un mondo sempre più connesso, i social network sono diventati uno degli strumenti più potenti al mondo per comunicare ed influenzare sia il mondo dgitale che quello reale.
Dalla politica al marketing, nulla sfugge alle nuove regole.
Una di queste è la percezione della massa.
Un esempio molto riduttivo è la pubblicità di un prodotto o un marchio. Se ai miei tempi, tra un dinosauro e l'altro, la facevano da padroni depliant, manifesti, strisconi, cartelloni e inserzioni sui giornali, ora si costruiscono a tavolino "reputazione" e bisogni, orientando ed influenzando scelte e comportamenti. Immagini e storie emozionali, ma, soprattutto, un uso delle parole funzionale all'immagine che si vuole proporre: un uso sapiente in grado di modificare anche la percezione della realtà.
Normative, leggi e decreti non fanno certo eccezione e, nell'era digitale, il modo con cui vengono percepite le informazioni è quasi più importanti delle informazioni stesse.
Le nuove norme, in discussione dal 2016, dovranno ora essere approvate
in via formale dal consiglio e dall'Europarlamento. Il regolamento sarà
quindi direttamente applicabile in tutti gli Stati membri e diventerà
obbligatorio nel 2022.
Elisabetta Gardini - fertilizzanti:
- cadmio 60 mg/kg nei concimi fosfatici
- evitata etichettatura obbligatoria per i contenuti superiori a 20 mg
- quantità di cromo solo nella documentazione tecnica
La parola fertiliżżante non evoca certo qualcosa di buono e naturale, o, almeno, così era fin'ora.
Per andare incontro ad un'opinione pubblica sempre più attenta alla presenza di veleni nel cibo, oltre al non trascurabile dettaglio di un iter autorizzativo e impianti regolatori meno restrittvi, Federchimica-Assofertilizzanti, con l'invito alle aziende produttrici di " avvalersi di corretti messaggi di comunicazione", punta ad un restyling di immagine.
I
fertilizzanti rappresentano per le piante quello che gli alimenti sono
per l’uomo e gli animali. Le piante per vivere, infatti, hanno bisogno
di assorbire gli elementi nutritivi che sono contenuti nel terreno ma,
col passare del tempo, i suoli tendono ad impoverirsi rendendo sempre
più difficoltosa la nutrizione delle piante. Da qui l’importanza dei
fertilizzanti che, fornendo il giusto mix dei nutrienti principali
(azoto, fosforo e potassio) e secondari (calcio, magnesio, zolfo, ecc.),
permettono di preservare la fertilità del terreno. La maggiore
produttività dei terreni già adibiti ad uso agricolo grazie alla
concimazione, inoltre, permette di mantenere intatte foreste ed altri
habitat naturali, riducendo così le emissioni e preservando la
biodiversità. I fertilizzanti contribuiscono a rendere l’agricoltura
sostenibile non solo dal punto di vista ambientale, ma anche a livello
economico: in media, per ogni euro investito in fertilizzanti il ritorno
è di cinque volte superiore. Non a caso, circa il 95% degli agricoltori
europei li utilizza per aver garantita la propria indipendenza
economica
Sicuramente mi si può accusare di non essere nè un esperto del settore (per quello che si intende comunemente), nè un chimico. Verissimo! La mia esperienza e conoscenza della terra vengono dalla semplice osservazione, dall'averla "toccata", "sentita", odorata, come un prezioso organismo da capire e non combattere, piegare e spezzare. Ho provato sulla mia pelle quanti anni ci vogliono per far tornare "vivo" un terreno contaminato per anni da prodotti chimici. Ho ascoltato il silenzo assordante di un prato verde e, apparentemente rigoglioso, da cui gli animali si tenevano alla larga ed ho gioito dei primi segni della presenza di lombrichi (il top dei fertilizzanti di Madre Natura), uccellini e insetti, nonchè di un riccio. So che una diversa agricoltura è possibile e possibile deve essere la scelta, so che il nutrimento e il sapore di un cibo prodotto nel rispetto della vita sono diversi (nonostante le linee guida e le tabelle stilate da chi è al vertice della nuova agricoltura intensiva). So che erbe che l'uomo ha combattuto per generazioni come infestanti o dannose per i propri animali ora vengono predilette nella produzione di sementi semplicemente perchè meglio si adattano alla meccanizzazione e all'uso della chimica, mentre si distruggono con ogni mezzo quelle che sarebbero preziose per noi, gli animali e il suolo. So che sempre più si và perdendo la reale conoscenza del nostro ambiente delegandola a chi non è esente da conflitti di interesse. Per questi individui ovvio che il mantra "creo un problema, ti do la soluzione" è imperativo come opportunità di guadagno, ma mi sono sempre chiesta cosa porti persone che sono cresciute con la terra che coltivano a vederla come un nemico anzichè un prezioso alleato. La risposta credo la si possa trovare nelle semplici parole di un libro "PECORE MATTE" di Maria Tarditi. Il suo descrivere la vita in zone dove si è respirato il continuo confronto con la ricchezza ostentata ha marchiato a fuoco generazioni, facendo loro perdere di vista il vero valore della Terra.
Sicuramente mi si può accusare di non essere nè un esperto del settore (per quello che si intende comunemente), nè un chimico. Verissimo! La mia esperienza e conoscenza della terra vengono dalla semplice osservazione, dall'averla "toccata", "sentita", odorata, come un prezioso organismo da capire e non combattere, piegare e spezzare. Ho provato sulla mia pelle quanti anni ci vogliono per far tornare "vivo" un terreno contaminato per anni da prodotti chimici. Ho ascoltato il silenzo assordante di un prato verde e, apparentemente rigoglioso, da cui gli animali si tenevano alla larga ed ho gioito dei primi segni della presenza di lombrichi (il top dei fertilizzanti di Madre Natura), uccellini e insetti, nonchè di un riccio. So che una diversa agricoltura è possibile e possibile deve essere la scelta, so che il nutrimento e il sapore di un cibo prodotto nel rispetto della vita sono diversi (nonostante le linee guida e le tabelle stilate da chi è al vertice della nuova agricoltura intensiva). So che erbe che l'uomo ha combattuto per generazioni come infestanti o dannose per i propri animali ora vengono predilette nella produzione di sementi semplicemente perchè meglio si adattano alla meccanizzazione e all'uso della chimica, mentre si distruggono con ogni mezzo quelle che sarebbero preziose per noi, gli animali e il suolo. So che sempre più si và perdendo la reale conoscenza del nostro ambiente delegandola a chi non è esente da conflitti di interesse. Per questi individui ovvio che il mantra "creo un problema, ti do la soluzione" è imperativo come opportunità di guadagno, ma mi sono sempre chiesta cosa porti persone che sono cresciute con la terra che coltivano a vederla come un nemico anzichè un prezioso alleato. La risposta credo la si possa trovare nelle semplici parole di un libro "PECORE MATTE" di Maria Tarditi. Il suo descrivere la vita in zone dove si è respirato il continuo confronto con la ricchezza ostentata ha marchiato a fuoco generazioni, facendo loro perdere di vista il vero valore della Terra.