giovedì 28 febbraio 2019

VELENI NEL PIATTO OPPURE NO?

www.queryonline.it


Mai avrei pensato di tornare a parlare di glifosate, ma, ultimamente, è tornato alla ribalta e non posso esimermi dal dire la mia. Come già accennato in un precedente post (ACQUA, TERRA, FUOCO, ARIA) , io e il glifosate abbiamo una ormai lunga "amicizia".
Per ricapitolare un po', vista la mia pessima memoria nelle date, sono andata a spulciare Il Foglio, noto sostenitore di glifo (ormai siamo in confidenza 😜)   (1)




Dunque: 
1950 viene scoperto il composto chimico da Henry Martin che lavorava per la svizzera Cilag, ma non è oggetto di pubblicazione.
1970 la Monsanto effettua studi per un nuovo e più potente diserbante
1974 nasce il roundup
2001 il brevetto è scaduto e il glifosate viene utilizzato da molte azende nella formulazione di diserbanti non solo per l'agricoltura, ma anche per il giardinaggio e soprattutto per la manutenzone del verde (quanti ricordi...) VEDI ACQUA, TERRA, FUOCO, ARIA
2017 l'Unione Europea ne autorizza l'uso per altri 5 anni
2018 la Bayer acquista la Monsanto e ne cancella il marchio
“Un matrimonio ed un funerale insieme”. Così il quotidiano francese Le Monde ha definito la mega fusione fra i due colossi della chimica, Bayer e Monsanto, che il 7 giugno, con un’operazione da 63 miliardi di dollari ha mandato per sempre in pensione marchio storico della multinazionale americana,  leader mondiale nella produzione degli Ogm, di pesticidi come DDT o come il famigerato glifosato.  Agli occhi degli ambientalisti “Monsanto aveva l’immagine del demonio”, ha spiegato uno dei dirigenti della Bayer, Frank Garnier, intervistato dal quotidiano francese.  Ed è un fatto che l’operazione– la più grande mai realizzata da una società tedesca all’estero- sia già stata ribattezzata come “le nozze col demonio”.

corporateeurope.org

Il glifosate viene venduto a varie concentrazioni e, di norma, contiene aggiunte di tensioattivi anti-schiuma, coloranti, vari biocidi e prodotti assortiti per regolare il grado di acidità. Come è quasi la norma, quando si è in presenza di una mistura di prodotti chimici e se proprio di quella mistura si vuole stabilire l’eventuale nocività, si valuta quanto sia tossico ognuno dei componenti e ci si ferma lì. Purtroppo si tratta di un errore grave perché in tossicologia, ahi noi, uno più uno non sempre fa due. Anzi, non lo fa quasi mai, essendo gli addendi reciprocamente sinergici, vale a dire che si potenziano l’un l’altro. Così, se già due addendi rendono difficile stabilire quale sia la loro somma tossicologica, quando gli addendi sono tanti la cosa diventa di fatto impossibile. Nel caso specifico, poi, spesso compaiono componenti del prodotto finale che sono particolarmente tossici, addirittura, forse, più del glifosato stesso, e il tensioattivo poliossietilenamina (POEA) può costituire un esempio. Quello che è difficile negare è che POEA più glifosato facciano una miscela che l’organismo non gradisce.
Giusto per dare un elenco stringatissimo dei guai che ingerire il prodotto può provocare, mi limito a ricordare che si verificano effetti corrosivi su tutto il tubo digerente a partire dalla bocca; reni e fegato sono danneggiati a causa di un minore afflusso di sangue, sopravvengono gravi disturbi respiratori, aritmia, acidosi e iperpotassiemia. 


Dalla tifoseria:
lo studio serio più “allarmista” dice che il glifosato ha la stessa pericolosità degli insaccati e della fiorentina alla brace.







IL FOGLIO - L'insensata guerra al glifosato che farà solo male all'Italia

Dopo gli Ogm, l’olio di palma e le carni rosse, l’ennesima campagna allarmistica che danneggia la nostra agricoltura
 In Europa c’è in atto una guerra che si sta combattendo senza esclusione di colpi. La pietra dello scandalo è il glifosate, il più utilizzato agrofarmaco al mondo e uno dei meno tossici e persistenti nell’ambiente. Ha però due gravi difetti: è stato inventato da Monsanto, la multinazionale più odiata della storia, e inoltre serve a rendere il grano nordamericano necessario a quello italiano grazie al trattamento in pre-raccolta che ne aumenta il contenuto in proteine e riduce il rischio di micotossine. Spesso noi produciamo grano povero di proteine e se non gli aggiungiamo grano canadese non riusciamo a fare la pasta. Nel senso che la nostra pasta verrebbe scotta




Detto questo, mi trovo a difendere quei produttori finali attaccati perchè nei loro prodotti viene trovato il glifosate. Sicuramente ci vorrebbe un po' più di attenzione da parte loro, ma più che la chiarezza delle loro etichette, che non guasta, dovremmo pretendere una maggiore trasparenza da parte di chi produce le materie prime e di quegli enti pubblici che ci propongono immagini da "pubblictà del Mulino Bianco" e mezze verità in nome dell'innovazione. I prodotti chimici utilizzati per produrre il nostro cibo non dovrebbero essere secretati come fossero segreti militari. Gli studi per approvarne l'utilizzo non dovrebbero essere fatti solo da chi godrà dei brevetti. Le aziende e i soggetti privati, che con questi enti collaborano, beneficiandone sia a livello economico che di immunità, non dovrebbero aver come controllore dell'operato gli enti di cui sopra.
Facciamo l'esempio dell'olio. La Ue ha vietato l'uso dei nicotenoidi perchè tossici per l'uomo e tra i responsabili della moria delle api. Bene! Se io compro olio italiano penso quindi che non ce ne saranno. E qua mi sbaglio perchè, come sta accadendo in Puglia, per il gioco delle deroghe, è stato reso obbligatorio il trattamento degli ulivi proprio con quei nicotenoidi.




agricoltura 4.0 - crea
  


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(1) in realtà Glifo è il nome di uno dei primi animali salvati che ci hanno fatto capire cosa fosse davvero il glifosate ai tempi in cui veniva spruzzato anche nei parchi gioco



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AGGIORNAMENTI:


e le risposte non si fanno attendere...

Senza fitofarmaci non si può garantire l’approvvigionamento di cibo

La Camera dei Deputati ha approvato all’unanimità la mozione riguardante l'uso conforme alle normative per gli agrofarmaci (impropriamente definiti "pesticidi") che tutelano le colture agrarie e il bestiame da parassiti e patogeni.
In particolare, nel testo si raccomanda di fare un uso "più responsabile" dei fitofarmaci, al fine di razionalizzarne sempre di più l'utilizzo, e di sostenere pratiche di produzione innovative e integrate con l'ambiente...

… La razionalizzazione dell'impiegodei prodotti fitosanitari costituisce una sfida per tutti glioperatori del settore, tanto nelle tecniche di produzione"convenzionali" che in quelle "biologiche".Infatti, senza fitofarmaci non è attualmente possibile ottenere unaproduttività sufficiente a garantire la sicurezza alimentareFrumento, riso, mais, soia e orzo senza l'ausilio degli agrofarmacipotrebbero perdere oltre il 30% della loro produzione.... “
 (ACCADEMIA DEI GEORGOFILI) 








2019

La composizione su 100 g è di 4,53 g di spirotetramat puro , il restante dai soliti coformulanti, nome sotto cui vanno sostanze dichiarate "inerti" e che quindi non necessitano di autorizzazioni, ma il cui elenco dettagliato o la composizione rimangono a tutt'oggi fuori dalle etichette.




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martedì 26 febbraio 2019

API - LA UE DICE NO AI NICOTINOIDI


Come hanno riportato tutti i media, nel 2018 gli stati membri dell’Unione europea, a seguito del rapporto EFSA su analisi di oltre 1500 studi, hanno votato a favore del divieto permanente per i tre insetticidi neonicotinoidi più dannosi per le api – clothianidin, imidacloprid e thiamethoxan – in tutto il territorio dell’Ue





  27 APRILE 2018

Api, approvato bando permanente in UE per tre neonicotinoidi dannosi. Greenpeace: «Ottima notizia, bene voto a favore dell’Italia»

 

 




Neonicotinoidi: approvato il divieto permanente per tre insetticidi dannosi per le api. L’Italia tra i Paesi che hanno votato a favore della proposta

 

I neonicotinoidi sono sostanze insetticide molto usate in agricoltura e risultano più tossici per gli invertebrati, come gli insetti, che non per mammiferi, o uccelli.

A differenza dei pesticidi che rimangono sulle superfici delle piante, i neonicotinoidi sono assorbiti in tutta la pianta: radici, fusti, foglie, fiori, polline e nettare.

 L'Italia ha votato a favore della proposta di divieto insieme ad altri 15 Paesi.

 

 «Per salvare le api è ora necessario che il divieto riguardi coerentemente anche l'ingresso in Italia e in Europa di prodotti stranieri trattati con i principi attivi sotto accusa», afferma Coldiretti

 

 "Non è accettabile che alle importazioni sia consentito di aggirare le norme previste in Italia e in Europa, anche grazie agli accordi di libero scambio", ha affermato il presidente Roberto Moncalvo. In Italia esistono più di 50 varietà di miele a seconda del tipo di "pascolo" delle api, con 1,2 milioni di alveari curati da 45mila apicoltori tra hobbisti e professionali con un valore stimato in più di 2 miliardi di euro per l'attività di impollinazione alle coltivazioni. 

 

OVVIAMENTE DI PARERE CONTRARIO I PRODUTTORI DEI PRODOTTI MESSI AL BANDO: Un portavoce di Syngenta, che produce neonicotinoidi, afferma che le conclusioni dell'EFSA sono eccessivamente conservatrici. "Quando i regolatori prendono decisioni sui prodotti fitosanitari, ciò che dovrebbe essere rilevante è la scienza, i dati e il rispetto dei processi in atto e che l'interesse pubblico sia tutelato", dice il portavoce. "Eventuali ulteriori restrizioni basate su questo rapporto sarebbero mal concepite".

 

 

Un gran passo avanti per la tutela della nostra salute e per l'ambiente che lasceremo ai nostri fgli!

 
immagine www.lobbiettivo.it

 

 

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Non fosse un argomento tragicamente importante, scoppierei davvero a ridere in questo momento

 

  

Già, perchè nella lotta alla xylella, batterio che colpisce solo le piante, in Italia, in deroga a quanto votato a livello europeo, sono stati resi obbligatori due tattamenti annui con pesticidi, tra cui  anche l’Imidacloprid della Bayer, lo stesso che con la decisione approvata dall’Ue  è stato vietato per tutti gli usi esterni perché ritenuto tra i maggiori responsabili del fenomeno della moria delle api. 

 

 


 

 

domenica 24 febbraio 2019

LA SALUTE NEI PROGRAMMI SCOLASTICI

20 febbraio 2019
"LA SALUTE NEI PROGRAMMI SCOLASTICI.
Oggi al ministero della Salute ho firmato con il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti il documento "Verso una Scuola che promuove salute". Finalmente porteremo i più importanti temi della salute nelle scuole.
È importante favorire l'inserimento della promozione della salute nei programmi delle scuole di ogni ordine e grado come un percorso di educazione trasversale in tutte le discipline.
I giovanissimi devono avere maggiore consapevolezza sull'educazione alla sessualità ma anche sulla prevenzione dell’obesità e lotta alle dipendenze attraverso corretti stili di vita.
Per farlo serve una strategia a 360 gradi. Per questo abbiamo rinnovato anche il protocollo “Tutela del diritto alla salute, allo studio e all'inclusione”.
L'inclusione e la consapevolezza sulla salute cominciano tra i banchi di scuola."
GIULIA GRILLO

 


Com'era la cosa " attento a quello che desideri perchè potrebbe avverarsi"?
Per anni ho auspicato questa notizia perchè  ritenevo e  ritengo l'educazione alla salute fra le cose più importanti ma..., e ora ho un grosso MA, chi si occuperà di dettare le linee guida di questi insegnamenti? Chi fornirà le giuste informazioni?


CIBO, AMBIENTE E SALUTE: dove inizia la nostra conoscenza I


CIBO, AMBIENTE E SALUTE: dove inizia la nostra conoscenza II


UN GIORNO CAPIREMO CHE IL "NON MI RIGUARDA" E' UN PESSIMO CONCETTO

 

ulivo bruciato -xylella report

la xylella, o, più precisamente la xylella fastidiosa ceppo codiro rappresenta, come disse ai primi allarmi l'allora ministro Martina, la  peggiore crisi ftosanitaria d'Europa. 

 

 Il complesso del disseccamento rapido dell'olivo, abbreviato in CoDiRO (Olive Quick Decline Syndrome, o OQDS, nella letteratura scientifica internazionale è una fitopatologia che colpisce le piante di ulivo (Olea europaea), manifestandosi con disseccamenti del lembo delle foglie (bruscatura), dapprima limitati a rami isolati, poi estesi a intere branche della chioma fino a colpire anche l’intera pianta.

La Xylella fastidiosa  è un batterio Gram negativo della classe Gammaproteobacteria, famiglia delle Xanthomonadaceae, che vive e si riproduce all'interno dell'apparato conduttore della linfa grezza (i cosiddetti vasi xilematici, portatori di acqua e sali minerali). X. fastidiosa è in grado di indurre pesantissime alterazioni alla pianta ospite, spesso letali. Inoltre è noto per la sua estrema polifagia, essendo in grado di diffondersi attraverso un gran numero di piante ospiti, a volte senza indurre manifestazioni patologiche. Per queste sue caratteristiche il microrganismo è noto per i gravi danni che è in grado di arrecare a varie coltivazioni agricole, essendo all'origine della malattia di Pierce nella vite e  della clorosi variegata degli agrumi in Brasile. Il batterio è di difficile isolamento e a crescita molto lenta in coltura axenica. 

SPECIE CHE OSPITANO LA XYLELLA

 Sono dunque molto numerose le specie che possono essere colpite da questo batterio, tra cui:

 

































 


VETTORI DELLA XYLELLA


Il vettore principale ritenuto responsabile della xylella è la "sputacchina" che, nutrendosi di linfa e deponendo le uova al di sotto delle cortecce degli alberi, trasporta il batterio da una pianta all'altra.
 
Altri vettori  sono considerati il Neophilaenus campestris e il Philaenus italosignus.


Sputacchina media - Philaenus spumarius L. (foto www.nuzban.scholaris.pl)

Adulto di Sputacchina media - Philaenus spumarius L. (foto http://users.skynet.be/fa213618/)







 

E se da una parte, dimenticandosi delle conseguenze dell'uso intensivo di erbicidi ed altri fitofarmaci su ulivi e terreni, si parla di xylella paragonandola all'HIV o all'ebola, d'all'altra vengono indagati Donato Boscia e Maria Saponari ricercatori del cnr per la diffusione del batterio.

 

 

 

Il cnr "scopre" due cultivar resistenti alla xylella (filmato) 

 

La Puglia vantava il primato nazionale di maggior produttore di olio extra vergine di oliva ed il suo territorio era ricco di ulivi che raccontavano la tradizione olivicola regionale. Con le sue 60 milioni di piante, di cui 15 milioni di ulivi secolari, la regione annoverava nel suo portfolio "cultivar" ben 32 specie di olive:

Cima di Melfi, Toscanina, Coratina, Bella di Cerignola, Carolea, Peranzana, Ogliarola Garganica, Ogliarola di Lecce, Cellina Barese, Cellina di Nardò, Frantoio, Cima di Bitonto, Cima di Mola, Leccina, Favolosa, Pendolino, Pichiolina, Bambina di Gravina, Ciliero, Cipressino, Leccese, Massafrese, Monopolese, Nasuta, Nociara, Oliva di Cerignola, Pizzuta, Rotondella, Sant'Agostino, Simone, Termite di Bitetto, Cazzinicchia.

cultivar della Puglia - www.oleificiotodisco.it

L’ogliarola è la cultivar degli alberi secolari pugliesi, presenta un’abbondante fruttificazione ed ottime rese ma ha il problema dell’alternanza di produzione oltre a non essere adatta alla raccolta meccanizzata

 

 

 

Già da anni gli ulivi monumentali sono presi di mira, in quanto ‘mal si conciliano con un esercizio efficiente e redditizio’ (2012). Centinaia di migliaia di ettari di uliveti sarebbero ‘in esubero’ e non rimunerativi. Di qui l’aut-aut: rivedere leggi su divieto di abbattimento e tutela paesaggio olivicolo, oppure… Già da quando fu isolato, nel 2013, il batterio della xylella fastidiosa su alcuni ulivi colpiti da disseccamento rapido, l’opzione principale per contenere l’avanzata del batterio è stata quella dell’abbattimento delle piante infette, successivamente esteso anche alle piante sane presenti nel raggio di 100 metri da quella infetta. Anche con il ritiro del Piano Silletti e la cessazione (più formale che sostanziale) della gestione in emergenza, in seguito all’inchiesta della Procura di Lecce, la misura dell’abbattimento è rientrata con i successivi provvedimenti. L’abbattimento, di cui non c’è alcuna prova della sua efficacia, dovrebbe servire a ridurre le fonti di inoculo, ma anche a liberare terreni per favorire il reimpianto di varietà di ulivo considerate “resistenti” all’azione del batterio.

 

 

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 enti ricerca 

Sul territorio  sono presenti il CNR E IL CREA

http://sito.entecra.it/portale/cra_dati_istituto.php?id=253

 https://www.cnr.it/it/aree-tematiche/agricoltura-alimentazione 

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"Consiglio di realizzare in Salento impianti nuovi intensivi, superintensivi ma soprattutto razionali". Così Giuseppe Fontanazza, già direttore del Cnr di Perugia e costitutore della cultivar di olivo che può dare nuova speranza alla Puglia, dichiara in una giornata tecnica organizzata da Consorzio Oliveti d’Italia, Assoproli e Odaf Bari

SUPERINTENSIVO LE CULTIVAR PU' ADATTE - Le indicazioni emerse dalla 12ª giornata dimostrativa di raccolta meccanica in continuo presso l’oliveto sperimentale dell’Università di Bari. Oltre a quelli delle cultivar spagnole, buoni i risultati ottenuti con la Nociar

Giuseppe Fontanazza

Fs-17, la “favolosa”. I segreti della varietà resistente alla Xyella spiegati dal suo creatore

Xylella: tra eradicazioni e reimpianti il futuro dell’olio pugliese non sembra essere... "Favoloso" In Salento si fanno largo nuove coltivazioni. Addio agli ulivi centenari e millenari di varietà autoctone; arriva la "Favolosa", varietà che si presta a coltivazioni intensive e super intensive. Viene presentata come resistente alla Xylella e molto produttiva. Ma è veramente così? Ce ne parla Francesco Mastroleo, olivicoltore pugliese che oltre 10 anni fa ha piantato la cultivar brevettata dal Cnr.

 

La cultivar Fs-17 'Favolosa'

 

NASCE IL PRIMO CAMPO DI FAVOLOSA, OLIVO RESISTENTE A XYLELLA

 

     

Xylella, carcere per chi non abbatte gli ulivi infetti

 

Sarà obbligatorio distruggere gli ulivi colpiti da Xylella. È quanto prevede un emendamento presentato dai relatori del dl semplificazioni, in discussione in Parlamento. Le misure fitosanitarie ufficiali anti-Xylella, o comunque derivanti da provvedimenti di emergenza fitosanitaria, «ivi compresa la distruzione delle piante e dei prodotti delle piante contaminate», si lgge nel testo, dovranno essere attuate «in deroga ad ogni disposizione vigente, nei limiti e secondo i criteri indicati nel decreto di emergenza fitosanitaria » e nella normativa Ue. Non solo: la mancata attuazione delle misure ufficiali fitosanitarie necessarie ad evitare la diffusione della malattia è punibile con la reclusione da 1 a 5 anni

 


2018 Xylella, da oggi l’obbligo di trattamenti chimici

Tra i pesticidi che dovrebbero essere utilizzati in maniera massiccia, daSanta Maria di Leuca al nord di Brindisi e Taranto, c’è anchel’Imidacloprid della Bayer, lo stesso che con la decisioneapprovata dall’Ue il 27 aprile scorso è stato vietato per tuttigli usi esterni perché ritenuto tra i maggiori responsabili delfenomeno della moria delle api. Assieme ad altri due (Clothianidindella Bayer e Thiamethoxam prodotto da Syngenta) possono essere usatisolo in serra


 

Gli Stati membri hanno approvato il 27 aprile scorso una proposta della Commissione per vietare l’uso all’aperto di tre insetticidi neonicotinoidi (l’imidacloprid e il clothianidin della Bayer e il tiamethoxam della Syngenta) ritenuti pericolosi per le api, limitandone l’utilizzo alle sole serre.


Xylella,corsa ai reimpianti nella zona infetta - contributi da 7 a 15mila€/ha




 

La scienza dimostra che è possibile bloccare la xylella e il CoDiRO

 

Il Crea ha aperto una indagine interna sul ricercatore Marco Scortichin

 

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SALVARE GLI ULIVI SI PUO’ E SI DEVE - LA PRIMA REGOLA E' AMARE LA TERRA

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Spagna, gli affari si fanno con gli ulivi millenari

 

 


Marilù Mastrogiovanni a Cose Nostre - Rai 1

 

 XYLELLA: L'INCHIESTA CHE HA PORTATO ALLA LUCE LA VERITÀ

 

Audizione di Marilù Mastrogiovanni in Senato

 

 

Attacco ai cronisti. Xylella Report su Rai News 24

 

  XYLELLA REPORT - il libro

 

 AGGIORNAMENTI  XYLELLA:

FEBBRAIO 2019 -  presentato alla Camera il ricorso contro la Regione Puglia

Il Codacons ha presentato ricorso alTar del Lazio per chiedere l'annullamento della delibera dellaRegione Puglia che impone tutta una serie di misure coercitive pervincolare gli agricoltori ai trattamenti contro la xylella.


 

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  E COME PARLARE DI XYLELLA SENZA PARLARE DI

TAP


 

Il Gasdotto Trans-Adriatico (conosciuto con l'acronimo inglese di TAP, Trans-Adriatic Pipeline) è un gasdotto in costruzione che dalla frontiera greco-turca attraverserà Grecia e Albania per approdare in Italia, nella provincia di Lecce permettendo l'afflusso di gas naturale proveniente dall'area del Mar Caspio (Azerbaigian) in Italia e in Europa.

 

Il TAP porterà, dal giacimento di Shah Deniz, il più grande dell’Azerbaijgian, 10 miliardi di metri cubi di gas all’anno in Europa. Il gasdotto nel suo primo tratto (SCPX) dall’Azerbaijgian arriverà fino in Georgia, per poi attraversare tutta la Turchia (TANAP): inizialmente il condotto (denominato Nabucco) doveva prendere poi la strada dei Balcani per arrivare fino in Austria, ma alla fine si è optato per il TAP che andrà a proseguire dritto fino al Salento. 

Ostacolato e combattuto sul territorio pugliese è ritenuto essere fra le cause della guerra in Siria

 

https://www.money.it/cosa-TAP-storia-gasdotto-Azerbaijan-Puglia-M5S

https://www.notap.it/il-progetto-tap/

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TAP - Tutti i dettagli sul progetto

 

 

TAP E IL PATRIMONIO CULTURALE

ITALIA - TAP E L'AMBIENTE 

Nel settembre 2014, il Ministero italiano dell'Ambiente ha firmato il Decreto di compatibilità ambientale del progetto presentato da TAP per la sezione italiana del gasdotto. Durante il processo di ESIA (Ecologia Sicurezza Igiene Alimentare -Società di consulenza e analisi specializzata in problematiche tecniche e legislative legate all’igiene e alla sicurezza ambientale a cui TAP AG  ha presentato la documentazione per il rilascio delle autorizzazioni) , in coerenza con l’impegno a conformarsi ai più alti standard internazionali, TAP ha proseguito le consultazioni con gli enti e le comunità locali tenendo in considerazione il risultato delle consultazioni; incorporandone le istanze nel progetto, ove possibile; e rispondendo tempestivamente alle richieste di ulteriori informazioni.  





















TALIA - TAP SALUTE E SICUREZZA

ITALIA - TAP E COMUNITA' LOCALI 


 

TAP E IL FUTURO

Il futuro dell’energia

Il futuro dell’ambiente

Il futuro dell’economia

Il futuro dell’occupazione

Esperti indipendenti stimano che TAP genererà un numero considerevole di posti di lavoro, direttamente, per il mezzo delle imprese affidatarie e, indirettamente, tramite i molteplici effetti di ‘spill-over’, cioè dell’indotto, nel manifatturiero, nel settore delle utilities, dei trasporti, delle comunicazioni e dei servizi finanziari e alle imprese. La maggior parte degli incrementi immediati di occupazione si registrerà durante la costruzione del gasdotto, durante la fase di operatività, TAP continuerà a contribuire positivamente ai territori toccati dal progetto.

Il futuro delle popolazioni

Il finanziamento di investimenti sociali e ambientali rappresenta la pietra angolare dell’impegno di TAP per il futuro delle popolazioni residenti lungo il tracciato. L’azienda è impegnata nel dialogare con il territorio per individuare progetti utili e che possano assicurare benefici all’intera comunità locale.

Il futuro dei territori

TAP concorrerà al conseguimento degli obiettivi europei di approvvigionamento di gas all’Europa Sudorientale, promuovendone lo sviluppo sociale ed economico. Grecia, Albania e Italia godranno, in termini strategici, della presenza di TAP sul rispettivo territorio acquisendo un importante ruolo sulla mappa energetica europea, grazie al ruolo ruole di gateways e hub dell’energia. 






 

 

Certo che, raccontata così, quest'opera fulcro della campagna elettorale 2018, e poi  approvata contrariamente alle aspettative, sembra perfetta.

 

Ma è davvero così?

 

protesta nel Salento dopo il via libera del governo




L'IDILIACO PROGETTO E' DAVVERO COSI' RISPETTOSO?

 

 

 Quando la Puglia sentì parlare per la prima volta di Tap, era il 2008. Il mensile il Tacco d’Italia pubblicò un’inchiesta firmata da Giuseppe Finguerra sulle arterie del gas che da Oriente sarebbero dovute arrivare in Italia, passando per il Salento. I progetti di gasdotto sulla carta erano cinque e il pericolo uno solo: compromettere per sempre il delicato equilibrio di una costa fragile e bellissima, quella del mare di Otranto

Tra il 2010 e il 2011, nelle zona tra Melendugno e Vernole, inizarono a diffondersi le notizie sull'imminente arrivo di una conduttura del gas. La zona di approdo doveva essere la scogliera di punta Cassano mentre quella per il PRT (2) ad Acquarica, frazione di Vernole, nell’immediatezza di un museo a cielo aperto chiamato “paesaggio di pietre”. Già in questo periodo, in cui poco si sapeva, un gruppo di associazioni – Tramontana, Biocontestiamo, ReAzione, Forum Ambiente e Salute – e comuni cittadini, iniziarono ad incontrarsi per capirne di più. A febbraio 2012 la Multinazionale Svizzero/Azera, nella sala convegni delle scuole Medie di Melendugno, presentò il suo progetto. La sala comprese subito che non si trattava di un semplice tubo ma di qualcosa di davvero impattante per il territorio.

 

(2) PRT - terminale di ricezione - 

 Approfondimento tecnico sul Terminale di Ricezione ,sulla salute e la sicurezza dei cittadini - TAP AG

https://www.tap-ag.it/assets/06.news_and_events/italian/2017/Approfondimento%20tecnico%20salute%20e%20sicurezza%20cittadini%20gen2018.pdf

 

Come spesso accade, complici i media che contribuiscono al mantenmento delle facciate pulite e all'isolamento di chi sta portando avanti idee contrarie all'elemento forte di turno, al di fuori della Puglia forse la frase più benevola che si sente dire dei no-tap è "ma cosa vogliono? ...per quattro piantine e un metro di sabbia?  Il gas ci serve!" 

Andiamo con ordine. Perchè ci si dovrebbe ribellare ad un'opera tanto fantastica? 

Sostanzialmente perchè la gente, riunitasi anche in assocazioni e comitati, informandosi ed assistendo in prima persona a quanto accadeva sul territorio, ha capito che quello che veniva proposto e la realtà non erano la stessa cosa. Sin dalle prime fasi di discussione sul gasdotto, la popolazione locale si è battuta per difendere la propria terra e la propria sovranità contro un’opera imposta, antidemocratica e impattante, frutto di poteri corrotti e diritti scavalcati lungo tutto il suo tragitto, che si colloca all’interno di un modello di sviluppo scellerato, in cui si continuano a favorire multinazionali e interessi privati a discapito dei territori. Su questi presupposti nasce il  movimento no-tap per informare e  impedire Nasce "No Tap", il comitato salentino contro il gasdotto
un altro inutile e gigantesco scempio ambientale che andrebbe a compromettere territorio, paesaggio e salute e incolumità dei cittadini.
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Sulla terra ferma non si può limitare la questione tap ad un tubo interrato di 8 km anche perchè i km aumentano con la parte italiana della Snam e ai "tubi" vanno aggiunti  gli impianti come quelli di depressurizzazione: il tutto molto vicino a centri abitati (con i rischi che comportano), in cambio del risarcimento ai proprietari dei terreni per il disturbo arrecato durante i lavori  a fronte del grande impatto ambientale.

 Indicazioni sull'acquisizione e l’asservimento dei terreni

I criteri delle indennità per i proprietari e gli utilizzatori dei terreni 

 

 

Potrebbe interessarti: http://www.lecceprima.it/cronaca/nasce-no-tap-il-comitato-salentino-contro-il-gasdotto.html
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I MOTIVI DEL NO AL TAP


2. TAP NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE ed ALL’AMBIENTE: Oltre a espiantare ulivi millenari, intaccare l’habitat marino e perforare un’area geologicamente inadatta, TAP colpirà il già precario diritto alla Salute in Salento, a causa dei rischi connessi al gasdotto e alle emissioni della centrale di depressurizzazione. Questa inciderebbe su una zona già sottoposta alle emissioni di Ilva e Cerano, in cui si registra uno dei più alti tassi di tumore al polmone nell’uomo in tutta Europa.

3. DANNI ECONOMICI: sono innumerevoli, diretti ed indiretti: diretti per i comuni e i cittadini che hanno investito tempo, sudore e risparmi in progetti che non condividono la stessa idea di sviluppo di TAP, senza considerare che l’area interessata diventerà da Zona di interesse paesaggistico a Zona industriale, modificando anche la tassazione per gli attuali proprietari diversi da Tap; indiretti per tutti noi, che contribuiremo a finanziare i prestiti che le banche Europee erogheranno.

4. PER LA SOVRANITA' CONTRO LA CORRUZIONE: approvare il progetto TAP vuol dire sostenere governi autoritari, primo fra tutti quello dell’Azerbaigian, dove giornalisti, attivisti e cittadini vengono arrestati se denunciano corruzione, censure e divieti. Nelle fasi di approvazione del Tap, alcuni componenti del parlamento europeo sono stati corrotti durante una votazione del Consiglio d’Europa riguardante 85 prigionieri politici in Azerbaigian. L’approvazione del progetto è passata al di sopra della sovranità popolare italiana, grazie alla burocrazia e a regolamenti che vengono incontro solo alla mano dei grossi capitali, sia che essi siano puliti o fondi neri, che provengano da un governo che non rispetta i diritti umani o che sia denaro riciclato dalla mafia.





Sul territorio presto iniziano a sorgere problemi. Di seguito solo alcuni

MILITARIZZAZIONE DEL TERRITORIO

Ricordiamo che la TAP AG è una società privata non italiana ma il cantiere è diventato un territorio militarizzato  e le immagini a cui la popolazione assiste ogni giorno sono leggermente diverse da quelle proposte dai filmati della TAP AG.
Militarizzazione significa anche che non solo è vietato l'accesso alle zone delimitate, ma è vietata qualunque forma di controllo.
 

https://www.terranuova.it/News/Ambiente/Salento-militarizzato-il-governo-impone-il-gasdotto-Tap

Gasdotto Tap, la rabbia nella masseria degli ulivi espiantati: "Viviamo da reclusi in casa"

 

 

"Non lotto per me, sono vecchio. Lotto per i miei figli, per i miei nipoti". Uno degli attivisti, circa 300, impegnati in un sit-in davanti al cantiere del gasdotto Tap arringa la polizia e invita gli agenti ad appoggiare la sua battaglia: "Io sono disposto a morire, non mi interessa: sono quarant'anni, cinquant'anni che lotto per difendere la mia terra e voi la state stuprando" 

 

Gasdotto Tap, testimonianza del sindaco: ''Uno schieramento di forze sproporzionato'' "Un giorno triste per questa terra. Per favorire una multinazionale con sede in Svizzera, lo Stato italiano ha deciso di sgomberare bambini, donne, disabili, sindaci e consiglieri. Era una manifestazione pacifica in cui abbiamo più volte chiesto di far prevalere il buon senso. Da cinque anni questa opera è incompatibile con il nostro territorio. Non solo per l'eradicazione degli ulivi ma per il rischio idrogeologico", così il sindaco di Melendugno, Marco Potì, sulle cariche di questa mattina tra polizia e attivisti, a cui era presente. 

  Il cantiere Tap viene completamente militarizzato e blindato a cittadini, giornalisti e attivisti.

 

INFILTRAZIONI MAFIOSE E COLLUSIONI DIETRO IL PROGETTO E LA REALIZZAZIONE DEL TAP

 

 

COSA C'E' DIETRO IL TAP?

Tap, mafia e soldi sporchi dietro il gasdotto

 Tap, gli affari sporchi degli uomini del gasdotto

REPORT - TAP - puntata 21 novembre 2016
  
Il megagasdotto TAP è un malaffare svizzero Gli olivi a rischio, in totale, salgono così a 10 mila. Ma il gasdotto non si ferma a Brindisi: il gas azero deve essere portato al nord fino a Minerbio, Bologna, ma la furbata è stata spezzettare la grande opera: TAP è solo fino a Melendugno, poi il megagasdotto è della SNAM Rete Adriatica, un modo furbo per eludere le restrizioni della legge Seveso. Intanto il vecchio Governo Gentiloni/Renzi approva una centrale PRT a Sulmona, e dove passerà la continuazione SNAM di TAP attraverso zone sismiche come Larino, Chieti (interessati un mese fa da un terremoto magnitudo 4.2 Richter), e Norcia e Foligno, ancora zone rosse del terremotodel 2016. Ma, dicono, non ci sono rischi ambientali, e poi è pertinenza SNAM, non TAP..

Concessi a TAP 37mila mq di mare e 493m di spiaggia per 50 anni.

Tap e metanodotto Snam: un tracciato di 55 Km tra gli ulivi del Salento

 il gasdotto Tap-Snam passerà per i focolai Xylella (2015)

Già... la xylella... 
Il percorso tap-snam prevede il passaggio del cantiere su teereni sottoposti a vincolo e fra ulivi monumentali. Là dove non hanno potuto gli "incidenti", gli incendi, le "disattenzioni" nella stipula dei contratti, ha potuto la xylella (fortunata coincidenza), che ha reso possible intervenire  dove non sarebbe stato possibile.






ESPIANTO ULIVI

La tanto decantata cura che la società aveva garantito nel proteggere gli ulivi, ricchezza del nostro patrimonio alimentare e parte integrante dell'identità di un'intera popolazione si è presto rivelata tutt'altro. L'utlizzo delle motoseghe, lo stoccaggio e il trasporto degli ulivi "fortunati" non era la stessa delle immagini proposte all'opinione pubblica. I meno fortunati, poi, con la sentenza non sempre fondata di zxylella venivano semplicemente sradicati.
 - https://www.facebook.com/mammenotap/photos/a.437565863335570/616088488816639/?type=3&theater


ESPIANTO DEGLI ULIVI SUL TRACCIATO TAP

Ad occuparsi dell’espianto e della messa a dimora provvisoria delle piante, così come della cura e delle operazioni di manutenzione è una ditta specializzata in operazioni agro-forestali (3) il cui progetto ha ricevuto il via libera dagli uffici dell’osservatorio fitosanitario della Regione Puglia. TAP rende noto che si tratta di un’operazione che per le ditte specializzate è ormai di routine visto che nella sola provincia di Lecce ogni anno vengono espiantati e spostati 100 mila ulivi. Senza contare tutti quegli ulivi secolari che vengono espiantati e venduti e finiscono per diventare piante ornamentali nei giardini delle ville e delle case di cittadini di altre parti d’Italia

Melendugno, masseria del Capitano, 4 gennaio 2019.
A seguito di pochi centimetri di neve, il canopy che ospitava gli ulivi espiantati ha ceduto rovinosamente sugli alberi .https://www.facebook.com/mammenotap/photos/a.437565870002236/597206994038122/?type=3&theater

 

  (3) AZIENDA VIVAISTICA MELLO DI CARMIANO

 

(gennaio 2019 )

"A TUTTO GAS: DA UN MESE SONO INIZIATI I LAVORI SUL NUOVO GASDOTTO TAP/SNAM A BRINDISI, SAN PIETRO VERNOTICO E TORCHIAROLO, IN BARBA A DIFFIDE E PRESCRIZIONI.
Nessuno ne parla, ma SNAM ha già picchettato o recintato parte della porzione brindisina del gasdotto di interconnessione TAP/SNAM. Etichettati anche gli 8603 ulivi del percorso, di cui metà di medie dimensioni e oltre 300 ulivi monumentali.
Il progetto SNAM prevede la costruzione di un metanodotto della lunghezza di 55 km dal punto di interconnessione con TAP nel comune di Melendugno alla connessione alla rete nazionale dei gasdotti nel comune di Brindisi. I Comuni interessati dal tragitto del nuovo gasdotto sono Lecce, Lizzanello, Brindisi, Vernole, Surbo, San Pietro Vernotico, Torchiarolo e Castri di Lecce.
Secondo la prescrizione A.11 della VIA (Valutazione d'Impatto Ambientale) bisogna rispettare il periodo dicembre-febbraio per l'espianto/reimpianto degli ulivi. La delibera della Giunta Regionale del 24/10/2018 n.1890 prevede invece "una deroga ai vincoli forestali, ambientali e paesaggistici ... e dispone l'estirpazione delle piante risultate infette al test di laboratorio, senza effettuare il test di conferma, e dispone in alternativa che per ragioni di economicità ed efficienza, si può procedere ad ordinanza di abbattimento delle piante con sintomi conclamati e ascrivibili alla Xylella, previa ispezione visiva ufficiale della Sezione Osservatorio fitosanitario e condivisione verbalizzata del proprietario". San Pietro e Torchiarolo sono zona infetta, per cui SNAM non deve espiantare e reimpiantare, ma basta vedere un ramo secco e possono eradicare, cioè distruggere gli alberi su proprietà o titolo di possesso di SNAM, anche con la sola ispezione visiva di un funzionario.
Nel provvedimento del ministro Centinaio di qualche giorno fa, “il piano intende favorirla [l’eradicazione], nella zona infetta, in quanto condizione essenziale per ricostruire il patrimonio produttivo locale”. Secondo i documenti ufficiali le percentuali di piante infette oscillano dal 2,3 % al 1,8 % nelle zone di contenimento e cuscinetto, mentre nella zona infetta di Melendugno si legge che su 404 piante di olivo analizzate solo 3 risultavano infette da Xylella (0,7%). Di due giorni fa la notizia del TgR Puglia che dalla più recente analisi TAP, le piante infette nell’area sono passate da 3 a 14, quindi, secondo loro, la Xylella sta avanzando sul versante adriatico e ci sarebbe la necessità di contenerla con le eradicazioni. Un bel regalo per TAP/SNAM dal Ministro Centinaio…
Il Movimento No TAP della Provincia di Brindisi, insieme ad altre associazioni, ha inviato in data 11 gennaio 2019 una formale diffida all'inizio lavori SNAM con l'invito ai sindaci interferiti di intraprendere azioni concrete affinchè ci sia un reale contrasto alla realizzazione del gasdotto TAP/SNAM" (MAMME NO TAP)

https://www.facebook.com/mammenotap/photos/a.437565870002236/622852551473566/?type=3&theater

 

INQUINAMENTO  

 Lecce. Quattro i capi di imputazione: l'espianto degli ulivi, la mancata impermeabilizzazione dell'area con il conseguente inquinamento della falda acquifera e l'estirpazione della macchia mediterranea. Contestata la 231 alla Trans Adriatic Pipeline

CROMO ESAVALENTE NELLE ACQUE  

 

Non è solo il rischio di incidenti rilevanti a preoccupare i cittadini, le associazioni e gli amministratori locali che si oppongono da anni al gasdotto Tap. In ballo, nell’area che ospiterà l’opera, c’è anche la presunta contaminazione della falda da sostanze nocive, tra le quali il cromo esavalente, di cui ci parla il dottor Massimo Blonda. Intanto la Procura di Lecce, a conclusione delle indagini, ha iscritto sedici persone nel registro degli indagati.

 

 

 “Seri rischi ambientali”: esposto di decine di famiglie contro la realizzazione della centrale di depressurizzazione del gasdotto Tap

 

 

IRREGOLARITA' 

- Con l'escamotage di considerare l'opera come due cose distinte (gasdotto tap e gasdotto snam) e il non considerare gli impianti di depressurizzazione pari ad uno "stabilimento",  si è evitato di essere soggetti alla direttiva Seveso

http://www.trnews.it/2018/11/21/tap-la-superperizia-esclude-normativa-su-rischio-incidenti-nodo-impatti-ambientali/235786 

http://www.trnews.it/2018/11/05/ecco-il-documento-in-cui-tap-sinchiodava-alla-seveso/234059 

- Apposite deroghe rendono possibile l'espianto degli ulivi  senza la cura  promessa, ma seguendo la tabella di marcia della società. Gli ulivi vengono drasticamente potati e sradicati senza il rispetto del periodo vegetativo e senza nessuna accortezza (in caso di effettiva xylella l'utilizzo della stessa motosega diffonde il batterio anche ad alberi sani)


AGGIORNAMENTI

 
“CANALE LUENGU”- mamme no tap

In questi giorni, dopo i decreti di dicembre, Snam sta entrando in possesso delle aree su cui viene imposto il vincolo di occupazione e asservimento.

"CANALE LUENGU" - mamme no tap

Durante l'incontro avvenuto con con i tecnici Snam (società impegnata nel collegamento di TAP alla rete gas nazionale), , le sorelle Pagliara, proprietarie del terrneno denominato “CANALE LUENGU”, che saà attraversato per 8 km, hanno chiesto venisse scritto nel verbale

"Dichiaro questa opera illegittima e dichiaro di non accettare le valutazioni proposte perché considerata illegittima sia nelle procedure (manca della valutazione di impatto ambientale, la VIA) sia nella sostanza, in quanto non valuta gli effetti che si produrranno sulla salute, sull’ambiente e sulla società. Manca, inoltre, del parere delle popolazioni locali sulle questioni di giustizia ambientale, come previsto dalla convenzione di Aarhus (trattato internazionale sottoscritto e vigente in Italia).
Inoltre, obbliga a impegnarsi a non impedire il passaggio lungo le aree di occupazione sia pedonale che con mezzi agricoli sul terreno sopra individuati, per consentire sia la coltivazione, raccolto, aratura, eccetera..
Diffida Snam rete gas dello spostamento di piante di ulivo senza preventiva autorizzazione rilasciata con decreto della Regione Puglia e relativa comunicazione preventiva dell’eventuale autorizzazione, con data ed ora dell’operazione di spostamento delle piante al proprietario. Si contesta l’occupazione di urgenza, nonchè l’asservimento e ci si riserva di tutelare ogni diritto ed interesse nelle sedi opportune. Si contestano le risultanze degli accertamenti compiuti in contraddittorio.
Obbligo da parte di Snam rete gas di esimere i proprietari dei fondi da ogni danno causato a terzi e ai proprietari dei fondi dell’esecuzione dei lavori e in conseguenza degli stessi".



Ricordiamo che la lunghezza del percorso che dovrà attraversare il metanodotto di Snam Rete Gas per agganciarsi alla rete di distribuzione nazionale è di 55 chilometri e 90 metri: da San Foca a Mesagne passando per le campagne, anche con ulivi secolari, agrumeti e antiche masserie.
Il primo tratto del tubo passa tra gli ulivi secolari nelle campagne tra Melendugno e Vernole, prima di arrivare a Pisignano e costeggiare il cimitero. Poi il gasdotto torna su un tracciato rurale verso le campagne di Lizzanello dove il tracciato passa in un'area boscata prima e nuovamente tra uliveti, dove, ancora una volta, troverà esemplari secolari. A questo punto il 'tubo' entra nel comune di Lecce, dove si snoda tra aree coltivate e agrumeti e costeggerà Masseria Ospitale, passando a 100 metri dal Parco di Rauccio. Passato il parco, lascerà il territorio di Lecce e inizia la circumnavigazione dell'Abbazia di Cerrate. Una volta passato il complesso monastico, il percorso continua su campagne coltivate, ulivi radi e antiche masserie, tra Torchiarolo e San Pietro Vernotico e, infine, approda a Mesagne.

parco Rauccio

Per chi non lo sapesse (e anch'io ero fra questi)  Il parco regionale Bosco e paludi di Rauccio è testimonianza di un’antichissima e immensa selva medievale, la cosiddetta “Foresta di Lecce”, che si estendeva da Otranto a Brindisi e che è riuscita miracolosamente a sopravvivere grazie all’impegno di enti e individui e soprattutto grazie ai ragazzi di numerose scuole che vi si recano per conoscerlo, studiarlo e vivere emozioni profonde a contatto con la natura. Situato lungo la costa adriatica salentina, a nord di Lecce, da cui dista circa 13 km, in un’area compresa tra le torri costiere “Rinalda” e “Chianca”, Rauccio racchiude veri e propri tesori botanici ed è un ambiente quasi unico in Puglia e nel Meridione d’Italia. Caratterizzato dalla presenza di numerosi habitat prioritari e Siti di Importanza Comunitaria (SIC), è diventato, dal 2002, parco regionale, dopo una lunga mobilitazione e notevole impegno di oltre vent’anni da parte del WWF salentino.

Ovviamente non mi ritengo un'esperta di impatti ambientali, ma mi sembra importante sottolineare che L’area è costituita da un insieme di acquitrini, stagni retrodunali e risorgive carsiche dove si trovano il corso dell'Idume e il bosco di Rauccioì

 

PARCO RAUCCIO

 

PARCO RAUCCIO

Forse sarebbe da ricordarsene la prossima volta che ci indigneremo per il tal scempio ambientale che si sta facendo dall'altra parte del mondo, quando sottoscriveremo la battaglia per la protezione di questo o quell'altro animale e quando pubblicheremo post contro chi non fà nulla di fronte a danni ambientali irreversibili, in lascito per le generazioni future. 

 

 Ah, già, dimenticavo, noi in Italia abbiamo un ministero e un ente che si occupano della tutela di agricoltura, foreste e turismo... 

 

 Intanto, mentre noi siamo rassicurati da questo, sul territorio italiano sta proseguendo un'opera di importanza strategica, nel silenzio dei media e nell'indifferenza dell'opinione pubblica, contrastata solo da chi la sta vivendo sulla propria pelle

 

"REPORT DI ORDINARIO ABUSO da parte di Snam/Tap per imporre l’esproprio di un terreno agricolo a Torchiarolo.
Lo scorso 23 febbraio ci siamo recate, io con le mie due sorelle ed altre persone, in un oliveto in località Canale Luengo nel comune di Torchiarolo; si tratta di un piccolo appezzamento di proprietà dei miei genitori, da sempre braccianti agricoli, adesso in pensione.
Abbiamo presenziato al sopralluogo effettuato dalla Snam /Tap per procedere all'immissione in possesso del fondo su cui viene imposto il vincolo di occupazione e asservimento per garantire il passaggio del metanodotto di interconnessione della TAP proveniente da San Foca con la rete nazionale del gas.
Voglio chiarire subito che i miei genitori non vogliono assolutamente trattare sugli indennizzi e sugli aspetti economici con questi soggetti ed hanno dichiarato che se costoro occuperanno la terra, sarà senza il loro consenso.
Ci siamo recati sul posto in mattinata insieme con Elena Papadia, avvocata che ci seguirà in questa storia e con altri amici che si stanno opponendo all’opera; insieme ad un giornalista e ad un ricercatore abbiamo documentato tutto ciò che è avvenuto.
Quando siamo arrivati sul terreno erano già presenti, oltre ai tecnici incaricati da Snam, diversi agenti della Digos. Questi ultimi si erano posizionati con una macchina sulla strada che conduce al fondo, ostacolando così il nostro accesso. Siamo riusciti a passare solo immettendoci nei terreni adiacenti. Quando siamo arrivati sul nostro appezzamento, altri agenti Digos passeggiavano sul terreno come se fosse di loro proprietà, incuranti delle nostre richieste di spiegazioni della loro presenza.
Al termine delle operazioni tecniche, abbiamo preteso che le nostre dichiarazioni venissero inserite integralmente nel verbale redatto da Snam. La nostra nota a verbale ha affermato la netta opposizione all'opera perché non tiene conto del parere delle comunità locali (come invece previsto dalla Convenzione di Aarhus, recepita dall'Italia con una legge del 2001) ed è in palese contrasto con l'accordo di Parigi sul clima, a causa dell'effetto negativo dovuto all'utilizzo di energie fossili climalteranti.
Alla fine di tutto, nonostante l'opposizione, ciò che è rimasto in noi era un senso di grande amarezza e frustrazione nel vedere per l'ultima volta questa terra così come l’avevano curata i nostri genitori; da quel momento in poi non sarebbe più stata la terra che riconoscevamo, libera e ricca di quei valori e significati forti e radicati, dove ogni albero ed ogni pigmento della terra i nostri genitori sapevano riconoscere e definire con la maestria dell’esperienza e della sapienza contadina. Su queste terre miei genitori, come tanti altri braccianti e piccoli proprietari, hanno saputo costruire un futuro per per se stessi e per le generazioni successive.
In quei momenti, proprio mentre ci scambiavamo questi pensieri, i tecnici Snam procedevano a recintare con una rete rossa tutta l'area, che veniva così occupata e violata da questa ennesima opera di distruzione.
Era già successo decine di anni fa per un altro cantiere; altre terre - coltivate a vigneto che davano un vino dal sapore unico - occupate ed usate sempre per progetti predatori e di distruzione: sto parlando della centrale a carbone di Cerano.
Non abbiamo fatto in tempo a condividere questi pensieri con gli amici che stavano con noi su questi tre filari di ulivi, a comunicarci il malessere per quello che stava avvenendo, che la Digos ci ha riportati in quella che sarà la realtà da questo momento in poi: non siamo più liberi di stare sulle nostre terre. Infatti, proprio sul nostro fondo siamo stati trattenuti per oltre un’ora per un’operazione di identificazione che ha riguardato tutti i presenti, salvo il personale di Snam. Tutto questo avveniva all’interno del nostro appezzamento di terra!
Siamo stati catapultati in questo modo a dover vivere immediatamente una nuova realtà quella imposta da TAP/Snam che sta attraversando il nostro Salento: un’operazione estrattivista di nuova colonizzazione, che s'impone in modo violento smembrando i territori ed impedendo ogni possibilità di continuare a costruire il proprio futuro di vita dignitoso e libero.
Forse il senso di quello che è avvenuto è spiegabile con il fatto che i cittadini di Torchiarolo, durante la questione Xylella e la battaglia contro il decreto Silletti, hanno saputo reagire con compattezza e determinazione facendo valere la propria dignità di comunità responsabile ed unita. Forse Snam/TAP pensa preventivamente di escluderci dalle decisioni che riguardano i nostri territori incutendoci timore? Noi dobbiamo al contrario far leva proprio su quel senso forte di comunità, questa volta collegandoci ed arricchendoci dell'esperienze di opposizione a TAP che da anni la comunità di Melendugno con un’ampia solidarietà da tutto il Salento sta attuando, provando a far sentire la propria voce nella costruzione di un territorio che sia capace di pensare ad un futuro di vita e di umanità contro il “progresso” di sicura morte che ci vogliono imporre.
Questa operazione di SNAM di presentarsi con la Digos ci è sembrata sproporzionata ma forse congegnata per incutere timore e prevenire qualsiasi forma di opposizione, tutto ciò forse è sintomo di una debolezza da parte dei nuovi colonizzatori/espropriatori, i quali hanno bisogno di fare in fretta a realizzare i propri propositi, preoccupati dall’incedere delle inchieste della magistratura sulle palesi illegittimità dell’opera e dal cuore con cui le popolazioni salentine, libere e pensanti, stanno continuando caparbiamente a difendere il proprio territorio ed il futuro dei propri figli e figlie." (MAMME NO TAP)


i famosi ulivii che il Tap doveva reimpiantare -MOVIMENTO NO TAP

Ricordiamo che, ancor oggi, è sufficiente il sospetto, avvallato da un "controllo visivo", per  emettere la sentenza di xylella e poter procedere alla distruzione della pianta.

 

28 febbraio - "I FAMOSI ULIVI CHE TAP DOVEVA REIMPIANTARE... Grazie all'ennesimo salto mortale indecente sulla questione xylella, ora pare che sia sufficiente un "controllo visivo" per decidere se un albero è da abbattere o meno.
E, guarda caso, la disgrazia ha voluto che gli alberi presenti sul tracciato di pertinenza TAP, "a occhio" fossero malati e dovevano essere abbattuti.

Bè, si, ovviamente noi siamo quei mal pensanti che sostengono che, stranamente, questi alberi vengono abbattuti proprio il 28 febbraio, che per legge è il termine ultimo per le operazioni regolari di espianto."
 (MOVIMENTO NO TAP)



TAP ITALIA
" Nel mese di febbraio TAP ha completato una nuova fase di rimozione temporanea degli ulivi lungo il percorso a terra del gasdotto. In tutto tra il 1° dicembre e il 28 febbraio sono stati rimossi 463 ulivi, 187 dei quali (circa il 40% del totale) sono risultati (secondo le analisi svolte con il metodo molecolare presso un laboratorio accreditato) infetti da Xylella e l’Osservatorio Fitosanitario ne ha disposto l’abbattimento. Le restanti 276 piante sono state trasferite a Masseria del Capitano, dove insieme alle altre 650 già trasferite a suo tempo, saranno messe a dimora e protette in attesa di ritornare esattamente nei punti da dove sono state prelevate. Tutto il processo di movimentazione e cura degli ulivi è stato effettuato di concerto con le autorità fitosanitarie e gli enti competenti."
(TAP ITALIA)

 

IL PASSATO, IL PRESENTE E IL FUTURO DI UNA TERRA CHE NON SOLO E' DI CHI CI VIVE, MA ANCHE DI TUTTI NOI  - foto mamme no tap

 

 marzo 2019 - VARATO IL DECRETO EMERGENZE IN AGRICOLTURA  

"Riguardo il contrasto della Xylella fastidiosa e di altre fitopatie, “le misure fitosanitarie ufficiali e ogni altra attività ad esse connessa, ivi compresa la distruzione delle piante contaminate, anche monumentali”, potranno essere attuate “in deroga a ogni disposizione vigente”. Le piante monumentali non saranno rimosse “se non è accertata la presenza dell’infezione” e saranno i servizi fitosanitari competenti per territorio ad attuare “tutte le misure ufficiali ritenute necessarie a evitare la possibile diffusione di una malattia, ivi compresa la distruzione delle piante contaminate, anche sui materiali di imballaggio, sui recipienti, sui macchinari o su quant’altro possa essere veicolo di diffusione di organismi nocivi”. Previste anche sanzioni per i proprietari, i conduttori o i detentori di terreni sui quali insistono piante infettate dagli organismi nocivi che omettono di denunciare l’infestazione tempestivamente ai Servizi fitosanitari competenti o di estirpare le piante infette, a seguito delle prescrizioni (da euro 516 a 30.000 euro).

Incaso di irreperibilità del proprietario del fondo può essereprevista anche l’estirpazione coatta."

 

DECRETO EMERGENZE

 

 

MARZO 2019 

 

 

"IL MARE DI SAN FOCA NON RESTITUISCE SOLO BOE GIALLE!
Proprio sulla spiaggia di San Basilio, dove dovrebbe approdare il “TAP TUBO”, unitamente alla poseidonia, è stato rinvenuto un bellissimo organismo marino. Inusuale trovare tali formazioni sulla spiaggia, essendo esseri che normalmente abitano i fondali. Ora la domanda è: come mai è emerso? Si è staccato perché non vedeva l’ora di far visita a noi Umani?
La presenza del coralligeno al largo di San Foca era già stata rilevata nel 2017. A tal proposito la stessa prescrizione A9 del dm 223/14 (VIA) del TAP, prevede che il tubo dovesse essere posto a distanza di 50m da tali banchi coralligeni. Poiché però tale prescrizione risultava inottemperabile a TAP, data la presenza di due banchi paralleli alla linea di costa, la multinazionale ha chiesto e ottenuto dalla Ctvia una "interpretazione" retroattiva tale da poter stare a soli 10m dalle formazioni coralligene. Ma neanche ciò è bastato a spianare la strada normativa al Mafiodotto. Infatti ben presto si scoprì che i banchi coralligeni sono talmente folti che risulta inevitabile passarci sopra.
E così, il nostro paesaggio sottomarino di inestimabile valore, ce lo ritroviamo morto sul bagnasciuga in compagnia di enormi boe gialle metalliche che Tap proprio non riesce ad ancorare a dovere sul fondale ormai irrimediabilmente compromesso.
Nessun impatto, si affannano a ripetere... "
(MAMME NO TAP) 

 

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SE INEVITABILE DOVREBBE ESSERE L'INDIGNARSI, D'OBBLIGO E' SAPERE CHE UN'ALTRA REALTA' E' POSSIBILE: PER QUEST'ULTIMA, PER I NOSTRI FIGLI E LE GENERAZIONI CHE VERRANNO,

NON POSSIAMO GIRARE LA TESTA DALL'ALTRA PARTE!!!

https://www.memescan.it/meme/90437


 


API - LA UE DICE NO AI NICOTINOIDI 

...vengono resi obbligatori due trattamenti utilizzando anche l’Imidacloprid della Bayer, lo stesso che con la decisione approvata dall’Ue il 27 aprile scorso è stato vietato per tutti gli usi esterni perché ritenuto tra i maggiori responsabili del fenomeno della moria delle api...

 

 

QUANDO SPARIRANNO LE API ALL'UMANITA' RESTERANNO QUATTRO ANNI DI VITA 

...siamosicuri di conoscere come stanno le cose in Italia? Siamo sicuri chequando non vi sono denunce è perchè tutto va bene? Siamo sicuri chel'utilizzo secondo i termini di legge siano innocui e che questitermini siano stati messi in modo corretto a nostra tutela? ...

 

C'ERA IL TEMPO

 C'era il tempo in cui se le temperature erano troppo alte non si andava dove questo poteva rappresentare un pericolo, così come non si ...