Qualche tempo fa, nella necessità di rispolverare
alcune nozioni di scienza dell'alimentazione, sono andata in internet
e, con mia sorpresa, ho trovato una realtà che, come penso molti, non
conoscevo.
La prima sorpresa è stata che l'INRAN non esisteva
più.
N.B.
Le tabelle, che ancor oggi vengono studiate ed utilizzate sono quasi completamente il frutto di analisi risalenti al 1998 quando ancora le colture, gli allevamenti intensivi e i processi di lavorazione non avevano raggiunto i livelli odierni.
Un po' di storia
2010 - L'ENSE (Ente Nazionale per le Sementi Elette) viene eliminato dal Governo Berlusconi per decreto.
Costituito nel 1954 per iniziativa di alcuni istituti di credito al fine di promuovere l’uso di sementi di qualità e la certificazione su base volontaria, venne successivamente riconosciuto ente di diritto pubblico e posto sotto la vigilanza del Ministero dell’agricoltura con l’avvento della certificazione ufficiale obbligatoria.
II servizio di certificazione era poi confluito nell’INRAN
L'ENSE rivestiva un ruolo importante soprattutto nel biologico dove è ancor più importante il controllo
"Al fine di facilitare la conoscenza delle disponibilità di materiale di moltipicazione biologico ed una corretta concessione delle deroghe, con circolare del 22 luglio 1998, il Ministero italiano delle politiche agricole affidò all’ENSE la costituzione e la gestione di una apposita “banca dati” sulla disponibilità di sementi biologiche.
Scopo della banca dati era di favorire l’incontro fra domanda ed offerta: fra le aziende sementiere, che producevano o importavano sementi biologiche, ed i produttori agricoli del biologico, che dovevano impiegare sementi biologiche.
Qualora le sementi biologiche disponibili non erano sufficienti nella quantità e della varietà richiesta dai produttori agricoli, l’ENSE aveva il compito di rilasciare ai produttori agricoli la prescritta deroga per utilizzare sementi convenzionali."
"Assosementi, l’associazione delle aziende sementiere, teme che nell’ambito della nuova struttura il servizio di certificazione ufficiale delle sementi possa perdere quei requisiti di autonomia decisionale ed efficienza che sono reclamati dalle aziende sementiere e che sono indispensabili per fare fronte alle esigenze del mondo agricolo e del commercio internazionale. Sono circa 200.000 gli ettari di colture da seme che ogni anno vengono ufficialmente controllati in Italia e le sementi prodotte vengono certificate per il commercio interno, oppure per l’esportazione."
N.B.
Oggi
a causa di un sistema di deroghe che consente l’utilizzo di seme
convenzionale anche per l’agricoltura biologica in Italia la
moltiplicazione di sementi bio riguarda solo il 4% della superficie
sementiera "Al fine di facilitare la conoscenza delle disponibilità di materiale di moltipicazione biologico ed una corretta concessione delle deroghe, con circolare del 22 luglio 1998, il Ministero italiano delle politiche agricole affidò all’ENSE la costituzione e la gestione di una apposita “banca dati” sulla disponibilità di sementi biologiche.
Scopo della banca dati era di favorire l’incontro fra domanda ed offerta: fra le aziende sementiere, che producevano o importavano sementi biologiche, ed i produttori agricoli del biologico, che dovevano impiegare sementi biologiche.
Qualora le sementi biologiche disponibili non erano sufficienti nella quantità e della varietà richiesta dai produttori agricoli, l’ENSE aveva il compito di rilasciare ai produttori agricoli la prescritta deroga per utilizzare sementi convenzionali."
"Assosementi, l’associazione delle aziende sementiere, teme che nell’ambito della nuova struttura il servizio di certificazione ufficiale delle sementi possa perdere quei requisiti di autonomia decisionale ed efficienza che sono reclamati dalle aziende sementiere e che sono indispensabili per fare fronte alle esigenze del mondo agricolo e del commercio internazionale. Sono circa 200.000 gli ettari di colture da seme che ogni anno vengono ufficialmente controllati in Italia e le sementi prodotte vengono certificate per il commercio interno, oppure per l’esportazione."
N.B.
2012 - l’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN) viene
soppresso e le competenze trasferite al Consiglio per la Ricerca e
la sperimentazione in Agricoltura (CRA)
Proteste e dubbi accompagnarono questo decreto del governo Monti perchè sarebbe venuto a mancare un supporto scientifico indipendente, mettendo tutto nelle mani di persone "poco disponibili a capire il ruolo decisivo del cibo e dell’alimentazione". ma orientate verso il massimo sviluppo dell'allevamento intensivo, incuranti del benessere animale e, ancor meno, alla conseguente salute umana.
Persone con grande esperienza a livello economico e strategico divennero, quindi, responsabili della diffusione delle linee guida alimentari utilizzate come riferimento per le etichette dei prodotti, per le diete, i menu scolastici, ecc.
Persone con grande esperienza a livello economico e strategico divennero, quindi, responsabili della diffusione delle linee guida alimentari utilizzate come riferimento per le etichette dei prodotti, per le diete, i menu scolastici, ecc.
interrogazione parlamentare Senato della Repubblica
N.B.
da non confondere questo ente con l'attuale INRAN, presente online, che è un sito di proprietà della Web Digital Design, nato da un' idea di Antonio Pisaniello "per diffondere informazioni sanitarie".
2015 - L'INEA (Istituto Nazionale di Economia Agraria), fondato nel 1928, viene soppresso
2015 - nasce, dall'incorporazione di INEA nel CRA (dove erano già confluiti INRAN ed ENSE) il CREA, presentato a Expo alla presenza del ministro dell'agricoltura Martina
CREA (Cnsiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), con i suoi circa 2300 addetti, è il più importante ente di ricerca dedicato all’agroalimentare. Il suo nuovo assetto, presentato ufficialmente all’Expo 2015 – alla presenza del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina – prevede, distribuiti in tutto il territorio nazionale, 12 Centri di ricerca – ciascuno con una o più sedi di cui 6 disciplinari (genomica e bioinformatica, agricoltura e ambiente, difesa e certificazione, ingegneria e trasformazioni agroalimentari, alimenti e nutrizione, politiche e bioeconomia) e 6 di filiera (cerealicoltura e colture industriali, colture arboree – cioè alberi da frutta, agrumi e olivo -, viticoltura ed enologia, orticoltura e florovivaismo, zootecnia e acquacoltura, foreste e produzioni del legno).
Il CREA eredita tutto quanto era confluito nel CRA, come l'attività e il "patrimonio" del CIN (Centro di ricerca per le colture industriali)
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CIN
Il Centro di Ricerca per le Colture Industriali (CIN) con sede in Bologna ha origine nel 1910 con l’istituzione della Regia Stazione Sperimentale di Bieticoltura di Rovigo che nel 1968, congiuntamente all’Istituto di Allevamento Vegetale per la Cerealicoltura di Bologna diventa Istituto Sperimentale per le Colture Industriali. L’Istituto
comprendeva 4 Sezioni Centrali (Biologia e difesa, Conservazione e
trasformazione, Miglioramento genetico, Tecniche colturali) e 3 Sezioni
Periferiche (Battipaglia, Osimo e Rovigo). L’Istituto aveva il compito
di “provvedere agli studi ed alle
ricerche riguardanti il miglioramento di specie, varietà e razze di
piante industriali, la tecnica di coltivazione delle medesime, nonché la
conservazione dei prodotti in rapporto ai rispettivi processi di
estrazione e di trasformazione” G.U. n.14, 18.01.1968, n.1318. Nell’ottobre 2004, l’Istituto Sperimentale per le Colture Industriali di Bologna confluisce nel CRA e nell’agosto 2007, con l’attuazione del piano di riorganizzazione del CRA, diviene Centro di Ricerca per le Colture Industriali.
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Il
CRA-CIN si occupa di specie di interesse per l’agro-industria, attuando
ricerca integrata nei settori genetico, agro-ambientale e biochimico.
Gli obiettivi sono: - la costituzione varietale mirata prevalentemente ad aspetti qualitativi e di adattabilità; - lo sviluppo di itinerari agrotecnici sostenibili e biologici anche in rapporto a cambiamenti climatici; - la produzione di biomateriali; - l’isolamento e caratterizzazione di molecole bioattive di origine vegetale. | |
L'attività di ricerca può essere riassunta secondo i seguenti punti:
1) Agronomia, agro-meteorologia, agrobiologia e modellistica dei sistemi agricoli;
Meteorologia, agrobiologia e modellistica dei sistemi agricoli.
Le attività si articolano sui seguenti settori specifici di ricerca: i)
modellazione di sistemi agricoli ii) impatto dei cambiamenti climatici
sulle attività agricole; iii) valutazione di aspetti energetici e del
bilancio del carbonio dei sistemi agricoli; iv) modelli biofisici per la
simulazione di insetti e patogeni di interesse agrario in funzione per
la sostenibilità dei sistemi agricoli l’adattamento ai cambiamenti
climatici. Trasversale a queste azioni lo sviluppo di componenti e
applicazioni software, e lo studio di architettura software per la
realizzazione di strumenti nel settore agro-ambientale; a queste
attività corrisponde la manutenzione di siti web per ottenere il
software prodotto. Nell’ambito della modellazione dei sistemi agricoli,
il Centro è coinvolto in progetti europei e nazionali per lo sviluppo di
modelli e strumenti informatici atti a stimare, mediante metodi
quantitativi, la produttività e le ricadute ambientali di colture
erbacee annuali/poliennali, frutteti/vigneti e sistemi agroforestali, in
specifiche combinazioni di clima, suolo e tecniche di gestione
colturale.
Biomasse lignocellulosiche ad uso energetico.
Presso l'azienda di Anzola dell'Emilia vengono condotti diversi
esperimenti poliennali su specie perenni da energia: canna comune,
miscanto, pioppo, robinia, salice e panico. Detti esperimenti hanno lo
scopo di approfondire le conoscenze sia su aspetti di eco-fisiologia
delle colture, sia sui servizi agroambientali che la coltivazione di
queste colture puo' assicurare. In questo ambito, di particolare
interesse sono gli studi sull'incremento del contenuto del carbonio
organico del suolo e sul contenimento dei nitrati potenzialmente
lisciviabili nel profilo del suolo.
Fibra. Il Centro
colleziona e valuta il germoplasma di canapa e lino. Con tecniche
attuali di biologia molecolare studia le basi genetiche della canapa
allo scopo di orientare e accelerare il miglioramento genetico. Le
ricerche ed i materiali genetici selezionati trovano interesse
industriale per la tendenza al “ritorno” delle fibre naturali in campo
tessile, ma ultimamente si sono aperti settori dell’alimentare e del
farmaceutico che richiedono parti della pianta (semi, aromi, olio etc),
fibra attivata con principi attivi ad azione terapeutiche ed anche
costituenti delle piante tessili con promettenti attività curative
(cannabinoidi, acidi grassi polinsaturi e terpeni).
2) Genetica e miglioramento genetico
Barbabietola da zucchero.
Il CRA-CIN di Rovigo ha avuto un ruolo importante nello sviluppo di
varietà di barbabietola da zucchero resistenti alla rizomania e alla
cercosporiosi, anche attraverso lo studio e l’impiego nel breeding di
sottospecie selvatiche appartenenti al genere Beta (Beta vulgaris ssp. maritima).
Una collezione di linee maschio sterili, ristoratrici e maintainer, e
di impollinanti 2n e 4n sono tuttora conservati e caratterizzati presso
il CRA-CIN di Rovigo. Il CRA-CIN svolge anche studi di genetica e di
genomica della risposta della bietola selvatica e coltivata ad alcuni
importanti stress abiotici, quali lo stress da carenza idrica e da basse
temperature.
Piante da fibra. Il CRA-CIN svolge ricerche nel settore della genetica della biosintesi dei cannabinoidi in canapa (Cannabis sativa),
determinando le sequenze geniche responsabili della diverse varianti
chemotipiche esistenti, e mettendo a punto marcatori PCR per la
selezione assistita per l’identificazione precoce del chemotipo, del
sesso maschile nella canapa dioica, e per l’analisi della variabilità
genetica dei materiali in collezione. Presso il CRA-CIN di Rovigo si
svolgono ricerche sulle possibili applicazioni terapeutiche di linee di
canapa dotate di profili specifici e puri di diversi cannabinoidi,
utilizzabili nel settore farmaceutico. Il CRA-CIN ha inoltre registrato
numerose varietà di lino (Linum usitatissimum), ed è in possesso di una estesa collezione di germoplasma di accessioni e varietà sia da fibra che da seme per questa specie.
Orticole da industria. Il
CRA-CIN svolge studi di genetica e biologia molecolare dei geni
responsabili dell’accumulo di carotenoidi nei tuberi di patata (Solanum tubersosum.
Le ricerche si focalizzano sull’analisi di espressione di diversi
geni-chiave del metabolismo dei carotenoidi nel germoplasma di Solanum,
e sulla caratterizzazione degli alleli associati alla diversità nel
germoplasma del colore del tubero, con l’obiettivo di correlare le
informazioni ottenute a livello genetico e genomico con le quantità
accumulate dei diversi tipi di carotenoidi. L'attività di ricerca
genetica sul fagiolo comune (Phaseolus vulgaris L.) si
interessa di stress biotici, caratterizzando dal punto di vista genomico
le famiglie di geni di resistenza NBS-LRR, e sviluppando marcatori
molecolari associati alla resistenza ai nematodi galligeni (es. gene Mi,
Meloidogyne incognita razza 1), integrando tali marcatori
nelle mappe genetiche disponibili. Vengono svolti inoltre studi
bio-geografici ed evolutivi, basati sulle sequenze geniche ottenute, su
una collezione di germoplasma di Phaseolus (1000 genotipi
analizzati), allo scopo di individuare nuove fonti di resistenza e di
localizzare l'origine delle resistenze stesse.
Oleaginose. Nel settore delle oleaginose il CRA-CIN di Osimo svolge ricerche che mirano alla costituzione di linee di girasole (Helianthus annuus)
ristoratrici, maintainer e maschiosterili ad elevata attitudine
generale alla combinazione, sia convenzionali (alto linolenico, HL) che
ad alto contenuto in acido oleico (HO); il breeding svolto presso il
CRA-CIN di Osimo ha anche l’obiettivo di introdurre la resistenza alla
peronospora e la resistenza agli erbicidi imidazolinoni nelle migliori
linee HL e HO.
3) Microbiologia e sanità delle colture
Ecologia microbica dei suoli e sanità delle colture
. Il centro svolge attività di ricerca nei campi dell’ecologia
microbica, micologia e patologia vegetale con tecniche colturali e
metagenomica. Questi studi sono affiancati da ampio uso di test
biologici per la valutazione funzionale dei microorganismi tellurici,
del rapporto pianta-microorganismi a livello di rizosfera e per la
valutazione dell’impatto delle pratiche agronomiche sulle popolazioni
microbiche dei suoli dei suoli agrari (indicatori microbici di sanità
dei suoli). Tutto questo, in funzione dell’incremento della fertilità
biologica e sanità dei suoli agrari intensivamente coltivati (soil suppressiveness).
Il centro si occupa anche specificamente dei patogeni fungini tellurici
delle colture con studi filogenetici su popolazioni di interesse
agrario; questi studi sono integrati con test biologici e studi
funzionali del rapporto con la coltura ospite. Infine svolge studi sulla
risposta potenziale patogeni tellurici agenti di necrosi radicale ai
cambiamenti climatici, sempre in funzione della gestione agronomica di
queste avversità biotiche responsabili del declino produttivo delle
colture.
Microrganismi e molecole utili per la protezione delle colture e per l’agro-industria. L’attività
di ricerca è rivolta principalmente alla valutazione dell’attività
biologica di composti naturali, microorganismi e loro formulati per
l’impiego in strategie di difesa non convenzionale delle colture, anche
in combinazione con altri mezzi di lotta, quali la biofumigazione con
derivati delle Brassicaceae. Particolare attenzione è rivolta agli agenti di controllo biologico, come il fungo Trichoderma,
di cui il centro conserva e implementa un’ampia collezione. Oggetto di
studio sono i principali meccanismi d’azione, quali antagonismo verso
fitopatogeni fungini, colonizzazione del sito d’infezione, promozione
della crescita e induzione di resistenza sistemica nella pianta ospite,
anche attraverso analisi biochimiche di marker enzimatici e tecniche
biomolecolari di espressione genica. La collezione di Trichoderma
e di altri isolati fungini non fitopatogeni viene studiata anche in
relazione alla produzione di enzimi cellulosolitici e xilanolitici per
applicazioni in diversi settori agro-industriali, come il pretrattamento
biologico delle biomasse lignocellulosiche a scopi energetici, per la
filiera del bioetanolo e del biogas.
4) Conservazione e trasformazione dei prodotti agricoli, inclusa la chimica e la tecnologia delle piante non alimentari
Biocarburanti e biolubrificanti.
Per la produzione di bioetanolo sono stati sperimentati prevalentemente
sorgo zuccherino ed alcuni genotipi di barbabietola da zucchero. Sono
in corso studi di produzione di bioetanolo da biomasse
ligno-cellulosiche mediante l’uso di Trichoderma. Per la
produzione di biocarburanti da colture oleaginose sono state
sperimentate applicazioni in filiera corta e la valorizzazione dei
co-prodotti anche attraverso innovazioni di processo nelle tecnologie
estrattive.
Biofumigazione. Il Centro
ha competenze più che decennali nell’analisi e gestione di molecole
vegetali ad attività biologica, tra le quali il sistema
glucosinolati-mirosinasi, attraverso studi agro-tecnologici, biochimici,
fitopatologici e tossicologici. In tale ambito sono state selezionate
piante e realizzati formulati brevettati (farine, pellets e formulati
liquidi) interamente a base vegetale caratterizzati da un’azione di
controllo biologico di alcuni patogeni agrari nella cosiddetta tecnica
della biofumigazione.
Nutraceutica e Molecole funzionali: Su
questo tema il Centro svolge ricerche approfondite sulle proprietà: a)
dei glucosinolati purificati in quantità di grammi e ad elevato grado di
purezza da semi e piante di Brassicaceae e Moringaceae,
bioattivati con enzima mirosinasi, nella prevenzione delle patologie
tumorali e neurodegenerative, b) di estratti liofilizzati ottenuti da
germogli di Brassicaceae, ad elevato contenuto di
glucosinolati, per usi fitoterapici, c) dei cannabinoidi psicotropi e
non psicotropi per usi salutistici.Filiera piante oleaginose. In questo comparto il Centro ha svolto e svolge tuttora attività agronomica e di miglioramento genetico per l’incremento delle produzioni agroindustriali sia di tipo alimentare (girasole), sia non alimentare (Brassicaceae). Studio di colture oleaginose per biolubrificanti ed oli tecnici per l’industria in un’ottica di Bioraffineria applicata sul territorio. | |
Collezioni:
Cellule: ibridomi e linee cellulari secernenti anticorpi monoclonali specifici per antigeni di virus vegetali;
Microrganismi:
oltre 300 isolati di microrganismi fungini, potenziali agenti di
lotta biologica e/o produttori di enzimi di interesse biotecnologico;
Sementi: barbabietola da zucchero, brassicacee, canapa, fagiolo, girasole, pisello, pomodoro, ricino;
Piante in vitro: patata (cv italiane, storiche straniere, agroecotipi locali, wild relatives)
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CREA - SALVATORE PARLATO |
CREA - MICHELE PISANTE |
CREA - ALESSANDRA GENTILE |
SFIDA ALL'ULTIMO GENE - ALESSANDRA GENTILE: LO SVILUPPO DELLE BIOTECNOLOGIE E' STRATEGICO PER IL PAESE
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Bene, direte voi, in un mondo di sprechi, finalmente una gestione sensata dello Stato con il taglio di tanti enti inutili, ma non è esattamente così.
Facciamo un passo indietro e ricordiamo che il 2012 fu anche l'anno di un terremoto all'interno del minstero delle politiche agricole con 11 ARRESTI PER CORRUZIONE E TURBATIVA D’ASTA, PIÙ SEQUESTRO DI BENI PER 22 MILIONI
Oggi il CREA non solo riunisce organismi che hanno perso l'indipendeza, ma, di fatto, si ritrova ad essere unica figura di riferimento per tutto quello che riguarda la nostra vita, con a capo un ministero che non viene quasi considerato perchè per l'opinone pubblica riguarda solo i contadini. Il Crea e è controllore e controllato di se stesso nel suo operato.E' un ente che si occupa del bologico ma tutela, anche attraverso un sistema di scatole cinesi, gli interessi di aziende private, volte in tutt'altra direzione, sotto la bandiera di progresso e innovazione.
CREA E BREVETTI
Il Crea ogni anno aggiunge nuove piante e sementi all'elenco dei propri brevetti (i brevetti crea spaziano anche nel mondo della lavorazione degli alimenti).
Questo non solo limita la diversità biologica ma crea anche situazioni di dipendenza per agricoltori, selezionatori di sementi e produttori di alimenti perchè la vendita, l’acquisto e lo scambio di seme non certificato è illegale e passibile di sanzioni sia da parte della repressione frodi che della guardia di finanza.
Il Crea ogni anno aggiunge nuove piante e sementi all'elenco dei propri brevetti (i brevetti crea spaziano anche nel mondo della lavorazione degli alimenti).
Questo non solo limita la diversità biologica ma crea anche situazioni di dipendenza per agricoltori, selezionatori di sementi e produttori di alimenti perchè la vendita, l’acquisto e lo scambio di seme non certificato è illegale e passibile di sanzioni sia da parte della repressione frodi che della guardia di finanza.
Dal catalogo aggiornato al 2015, sono 51 i brevetti di invenzioni industriali/modelli di utilità, 207 le varietà vegetali protette da privativa e oltre 460 le varietà vegetali iscritte ai registri nazionali.
Molte innovazioni sono incentrate sulla trasformazione dei prodotti alimentari.
lista varietà vegetali frutto della ricerca del CRA
LISTA DELLE VARIETA' VEGETALI ISCRITTE AI REGISTRI DEL C.R.A.
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2016 SIGLATO PROTOCOLLO CREA- ACCADEMIA DEI GEORGOFILI
La convenzione nasce con l’intento di favorire l’attuazione di programmi di ricerca e di sviluppo mirati e legati ai bisogni reali del territorio, incentivando il trasferimento tecnologico e la diffusione dell’innovazione nei settori più strategici. In quest’ottica verranno promossi progetti iniziative congiunti, destinati a incoraggiare lo sviluppo locale attraverso l’integrazione di pratiche innovative e conoscenze scientifiche, quali ad esempio le tecniche colturali compatibili coi cambiamenti climatici. Verranno intraprese, inoltre, azioni di formazione e comunicazione tecnico-scientifica, volte a stimolare l’incremento del grado di innovazione delle imprese e la valorizzazione del capitale umano e a rafforzare la rete dei Centri di ricerca. In questo modo sarà promosso il coinvolgimento diretto delle imprese e dei centri tecnologici nella progettazione e realizzazione delle innovazioni e dei processi di sviluppo.
http://www.georgofili.it/
https://www.agricolae.eu/siglato-il-protocollo-crea-accademia-dei-georgofili/
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L'Accademia dei Georgofili ha sede nella torre de' Pulci, posto appunto in via
dei Georgofili nell'immediate vicinanze degli Uffizi ed è stata oggetto,
nella notte tra il 26 e il 27 maggio 1993, di un attentato
dove persero la vita cinque persone
Quattro mesi dopo l'attentato mafioso che aveva distrutto la sede
dell'Accademia e annientato la famiglia del custode, il 17 luglio 1993 il
Corpo accademico si riuniva solennemente, presente il Ministro
dell'agricoltura, in una sala fiorentina per ricordare le vittime e udire dal
Presidente la relazione sui lavori di ricostruzione già iniziati. Incaricato
dal direttore del periodico Airone, Salvatore
Giannella, lo storico e giornalista Antonio
Saltini proponeva, nella circostanza solenne, che il Paese affidasse
all'Accademia, in segno di risarcimento e di fiducia nella ragione, la
biblioteca e l'archivio fotografico della società Reda, l'editrice della
Federconsorzi, allora in corso di liquidazione dopo una procedura concorsuale
oggetto di una complessa indagine giudiziaria, perché quello che aveva
costituito il patrimonio del più importante organismo della cultura agraria
nazionale non venisse disperso, ma fosse a disposzione di tutti gli studiosi
affidato alla custodia dell'organismo che meglio di ogni altro ne poteva
tutelare il valore di bene di pertinenza nazionale. I rappresentanti delle
banche presenti alla riunione accolsero prontamente la proposta e la
biblioteca-archivio Reda costituì così l'unico lascito riconoscibile del
patrimonio agricolo pubblico costituito dalla Federconsorzi.
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NOI SIAMO QUELLO CHE MANGIAMO
IL PROGRESSO E L'EVOLUZIONE SONO NELLA NATURA UMANA.
MA SONO LA STRADA E LA VERA LA META CHE FANNO LA DIFFERENZA DANDO A QUESTA PAROLA UN SENSO POSITIVO O NEGATIVO
Quando un ente governativo si pone come unico centro di sviluppo e controllo di settori che sono agli antipodi come l'agricoltura industriale e quella biologica, quando questo diviene l'unico punto di riferimento e orientamento per leggi e decreti, quando il maketing e i profitti sono palesemente più importanti della vera trasparenza e la lista dei conflitti d'interesse è lunga... i dubbi sorgono spontanei
So che a qualcuno sembrerò esagerata , ma sapete una cosa? L'etichetta di "paranoica complottista" è una medaglia di cui vado fiera da tempi della lotta al glifosate, quando ancora era usato nel biologico, spruzzato lungo le strade e nei parchì gioco ed erano in pochi a denunciarne la pericolosità. Oggi è gustamente demonizzato. Peccato solo che la fine dei brevetti corrsponda sempre alla commercializzazione di qualcosa di peggio e il glifosate non fà eccezione...
ma non finisce qui...Quando un ente governativo si pone come unico centro di sviluppo e controllo di settori che sono agli antipodi come l'agricoltura industriale e quella biologica, quando questo diviene l'unico punto di riferimento e orientamento per leggi e decreti, quando il maketing e i profitti sono palesemente più importanti della vera trasparenza e la lista dei conflitti d'interesse è lunga... i dubbi sorgono spontanei
So che a qualcuno sembrerò esagerata , ma sapete una cosa? L'etichetta di "paranoica complottista" è una medaglia di cui vado fiera da tempi della lotta al glifosate, quando ancora era usato nel biologico, spruzzato lungo le strade e nei parchì gioco ed erano in pochi a denunciarne la pericolosità. Oggi è gustamente demonizzato. Peccato solo che la fine dei brevetti corrsponda sempre alla commercializzazione di qualcosa di peggio e il glifosate non fà eccezione...
UN GIORNO CAPIREMO CHE IL "NON MI RIGUARDA" E' UN PESSIMO CONCETTO
API - LA UE DICE NO AI NICOTINOIDI
...vengono resi obbligatori due trattamenti utilizzando anche l’Imidacloprid della Bayer, lo stesso che con la decisione approvata dall’Ue il 27 aprile scorso è stato vietato per tutti gli usi esterni perché ritenuto tra i maggiori responsabili del fenomeno della moria delle api...
QUANDO SPARIRANNO LE API ALL'UMANITA' RESTERANNO QUATTRO ANNI DI VITA
...siamosicuri di conoscere come stanno le cose in Italia? Siamo sicuri chequando non vi sono denunce è perchè tutto va bene? Siamo sicuri chel'utilizzo secondo i termini di legge siano innocui e che questitermini siano stati messi in modo corretto a nostra tutela? ...
VELENI NEL PIATTO OPPURE NO?
WORLD WILDLIFE DAY
In Italia con l'avanzare delle monocuture e dell'agricoltura 4.0 che richiede piante e animali sempre più "adatti" e "funzionali" alle nuove tecniche, la Coldiretti precisa che nel secolo scorso si contavano 8.000 varietà di frutta, mentre oggi si arriva a poco meno di 2.000 e di queste ben 1.500 sono considerate a rischio di scomparsa“. L’allarme riguarda anche le specie animali, infatti l’Italia negli ultimi 10 anni ha assistito alla perdita di 1,7 milioni di capi.CIMICE ASIATICA
ACQUA, TERRA, FUOCO, ARIA
CIBO, AMBIENTE E SALUTE: dove inizia la nostra conoscenza II
Nonostantei luoghi comuni, biologico non vuol dire "assolutamente naturale" , nonostante l'uso delle definizioni dei prodotti che vengonoutilizzati in questo tipo di agricoltura. Ricordando che, fino a nonmolto tempo fa, anche il glifosate era una sostanza ammessa nel biologico
W IL MADE IN ITALY - In Europa vige il principio di precauzione per ogni nuova sostanza, ma, dal 2016, a questo si è affiancato il principio di innovazione, in base al quale, in assenza di prove certe sulla pericosità (e qui ritorniamo agli studi che vengono presi in consderazione), in nome del progresso si ottengono autorizzazioni anche su precedenti rifiuti.
BOSCHI: CURA DEL TERRITORIO O SCEMPIO CRIMINALE?
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