sabato 27 gennaio 2018

GIORNO DELLA MEMORIA

Cambia l'anno sul calendario, cambiano gli abiti, cambiano i mezzi, ma gli uomini non cambiano:

LA STORIA NON E' FATTA SOLO DI DATE DA STUDIARE A MEMORIA: la storia è fatta di uomini, che nel bene e nel male vivono e recitano sempre lo stesso copione finchè non ci si alza da quella potrona e si decide di dire BASTA! 

la mente della massa, manovrata e guidata, diventa cieca anche di fronte alle più incredibili ingiustizie e ai peggiori crimini



GIORNO DELLA MEMORIA per non dimenticare in una società dove tutto và veloce...informazioni, fatti di cronaca e tragedie
GIORNO DELLA MEMORIA in una società dove anche la memoria "corre veloce": Velocemente veniamo informati e velocemente dimentichiamo
GIORNO DELLA MEMORIA per ricordare che i campi di concentramento non sono nati come funghi dalla sera alla mattina ma ci si è "scivolati" lentamente, giorno dopo giorno, legge dopo legge
GIORNO DELLA MEMORIA perchè un'ingiustizia rimane tale anche se riguarda il vicino di casa che non mi piace, anche se ne ho da guadagnarci e se non sono io a farla in prima persona dove imanere a guardare delegando il mio pensiero a qualcun altro è un alibi
GIORNO DELLA MEMORIA per ricordare che il potere si è sempre servito di grandi affabulatori e propagande:


 TEREZIN LA CITTA' CHE HITLER REGALO' AGLI EBREI


"Hitler aveva una grande abilità oratoria, sapeva far leva sulle paure collettive dei tedeschi legate alla crisi, alla disoccupazione, alla perdita dell'identità nazionale...fu insuperabile nell'utilizzare i mezzi di propaganda soprattutto quelli legati alle nuove tecnologie come la radio e il cinema..."









 C’è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede
ancora la marca di fabbrica
Schulze Monaco
c’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio
di scarpette infantili
a Buchenwald
più in là c’è un mucchio di riccioli biondi
di ciocche nere e castane
a Buchenwald
servivano a far coperte per i soldati
non si sprecava nulla e i bimbi li spogliavano e li radevano
prima di spingerli nelle camere a gas
c’è un paio di scarpette rosse
di scarpette rosse per la domenica
a Buchenwald
erano di un bimbo di tre anni
forse di tre anni e mezzo
chissà di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto
lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini
li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l’eternità
perchè i piedini dei bambini morti
non crescono
c’è un paio di scarpette rosse
a Buchenwald
quasi nuove
perchè i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.
di Joyce Lussu



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