nave Diciotti - (tg24.sky.it) |
Diciotti, Matteo Salvini è indagato
I reati contestati: sequestro di persona, abuso d'ufficio e arresto illegale
Mai come in questo periodo si rischia di essere accusati e doversi difendersi se non si segue la scia tracciata da media e social dove regnano haters e troll. So bene che non sarò immune nemmeno io a tutto questo, ma lascio il gioco al massacro a chi vorrà farlo.
Ho deciso di scrivere questo post non per difendere l'operato del ministro Salvini o per divulgare l'esperienza che non ho su un fenomeno tanto grande e complicato, un fenomeno che coinvolge aspetti umanitari, politici ed economici (il dittatore Marcos, con la legge promulgata nel '74 per arricchire le casse statali favorendo l'immigrazione, era solo un principiante)
Ho deciso di scrivere questo post solo per dare una piccola "spolverata" alla memoria di una fastidiosa ipocrisia,
A seguire un piccolo campione di notizie che non hanno avuto tanto risalto nè la schiera di paladini dei diritti umani che spero si batterà sempre contro le ingiustizie per rendere migliore il nostro Paese.
Cooperative, società nate per l'occasione, ma anche colossi industriali del Nord e multinazionali: ecco chi c'è dietro ai Cara, le strutture dove finiscono i migranti in attesa di asilo. Alcune sono vere e proprie bombe a orologeria, ma nessuno sembra farci caso
La torta degli appalti per gestire i 179.000 migranti presenti nei vari centri di accoglienza vale 4 miliardi e fa gola a tanti. E se a fare rumore sono le inchieste che riguardano i grandi centri come Mineo (un appalto da 97 milioni di euro) e Crotone che attirano le mire del crimine organizzato, anche nei centri più piccoli gli scandali sono all'ordine del giorno. Sono i «Cas», centri di accoglienza straordinari, il cui nome rivela il perenne approccio emergenziale che favorisce le scorciatoie nella scelta di gestori improvvisati ma con buone connessioni politiche. L'80 per cento di chi sbarca passa per questi centri. Il Giornale ha raccontato alcuni di questi casi nel volume Immigrazione Spa, altri sono stati svelati da Mario Giordano in Profugopoli. Ma non è cambiato nulla. Basta scorrere le cronache degli ultimi mesi. Quanta indignazione suscitò la protesta degli abitanti del borgo di Conetta, 190 abitanti nel Padovano, contro il centro che ospitava 1.300 migranti. Poi sono arrivate le inchieste: una sui conti milionari della coop Ecofficina che gestisce l'ex caserma e un'altra su maltrattamenti denunciati dagli stessi profughi. Casi tutt'altro che isolati: ad aprile nel beneventano due centri sono stati posto sotto sequestro perché per vincere l'appalto avevano presentato una falsa documentazione di agibilità delle strutture. Risale invece al 2016 il sequestro di altri sette strutture nell'Avellinese: anche qui i servizi forniti dai gestori, la coop «In Opera» erano ben diversi, e ovviamente di livello inferiore, a quelli pattuiti e pagati con denaro pubblico. A Siracusa invece si è mossa la Finanza ed è saltata fuori l'accusa di evasione fiscale per 4,5 milioni di euro ai danni di un consorzio locale a cui partecipavano alcuni dei nomi noti già da mafia capitale. E pensare che ancora c'è chi storce il naso davanti a denunce come quelle pronunciate dal procuratore capo di Catania Carmelo Zuccaro («C'è una massa di denaro destinata all'accoglienza dei migranti che attira gli interessi delle organizzazioni mafiose») e lo accusa di generalizzare, come se il malaffare in questo settore fosse l'eccezione. La storia di Pasquale Cirella, narrata in Profugopoli, spiega bene quanto gola possa fare questo affare. Cirella, installatore di impianti idraulici del napoletano, converte l'attività in ospitalità per i migranti. E il suo fatturato in pochi anni passa da 44.000 euro a 5,5 milioni, moltiplicandosi per 126 volte. Per fortuna anche nel settore c'è chi non chiude gli occhi come il presidente di Concooperative Veneto Ugo Campagnaro: «Ci sono Prefetture che affidano quote ingenti di persone e relativi appalti a chiunque sia disposto ad accollarsele in cambio di un profitto».
PER NON DIMENTICARE;
SIENA - La Guardia di Finanza, su segnalazione della Prefettura senese, ha arrestato un uomo e denunciato altre tre persone ritenute al centro di un’organizzazione che turbava la regolarità degli appalti indetti per la gestione dell’accoglienza degli immigrati presso i centri di Monticiano e Sovicille. Secondo la Procura di Siena, la turbativa sarebbe avvenuta negli anni 2015-2018, con un guadagno di circa 600 mila euro, risorse in realtà destinate al sostentamento dei rifugiati. Tra le persone denunciate ci sarebbe anche un sacerdote della diocesi di Grosseto
CATANIA - minori migranti non accompagnati, portati in strutture fatiscenti e prive di autorizzazioni. Dall’altra alcuni dipendenti delle amministrazioni comunali coinvolte dell’accoglienza e uno, in particolare, del Comune di Catania, che avrebbe affidato i giovanissimi alle comunità gestite da Giovanni e Mario Pellizzeri, padre e figlio che pure non avrebbero potuto ospitarli. Giovanni Pellizzeri (Mascali, 25/09/1961) è finito agli arresti domiciliari con le accuse di corruzione, falso in atto pubblico e maltrattamenti. Mario Pellizzeri (Giarre, 04/09/1988) è ai domiciliari anche lui, con le accuse di corruzione e maltrattamenti.
RAGUSA -accoglienza intascavano contributi destinati ai migranti, chiesto processo per dieci: utilizzavano carte di credito personali canalizzate su conti correnti intestati alla cooperativa al centro dell'indagine con cui pagavano polizze vita e anche l'acquisto di un agriturismo.
COSENZA - Un sistema di vero e proprio caporalato, ma anche una truffa ai danni delle istituzioni, emerge dall'inchiesta della Procura della Repubblica di Cosenza, che ha affidato ai carabinieri l'esecuzione di 14 misure cautelari eseguite stamane ed emesse dal Giudice per le indagini preliminari di Cosenza, Salvatore Carpino, su richiesta della Procura della Repubblica.Due le persone finite in carcere, 4 agli arresti domiciliari e 8 sottoposte a obbligo di dimora. Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, abuso d'ufficio e tentata truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche i reati contestati a vario titolo.
BENEVENTO - un sistema criminale che faceva affari sulle assegnazioni pilotate dei migranti, lucrando sul sovraffollamento dei centri e sulla falsa attestazione di presenze degli ospiti, il tutto con la connivenza di alcuni pubblici dipendenti: Polizia di Stato di Benevento e Carabinieri del Nas stanno eseguendo l’arresto di 5 persone, tra cui un imprenditore, un funzionario pubblico, un impiegato del ministero della Giustizia e un appartenente alle forze dell’ordine. Le indagini hanno fatto luce su comportamenti illeciti riguardo la gestione di centri di accoglienza per migranti (si tratta di 13 centri con circa 800 richiedenti asilo). Le accuse mosse a vario titolo sono le seguenti: truffa ai danni dello Stato per il conseguimento di erogazioni pubbliche, frode in pubbliche forniture, corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio
CARPINETO - Dopo l’inchiesta giornalistica pubblicata ad inizio novembre sui presunti abusi nel Centro di Accoglienza Straordinaria di Carpineto, Giocamondo denuncia Melting Pot. Che, però, rilancia con un nuovo dettagliato articolo, corredato da una serie di foto. Il tutto nell’imbarazzante silenzio delle istituzioni
BERGAMO - padre Antonio Zanotti, 71 anni, fondatore della comunità Oasi 7 per profughi e minori in difficoltà. Solo che, secondo l'accusa, quei minori il frate se li sarebbe portati a letto. L'allarme arriva dal Corriere, che riferisce di una denuncia in Vaticano e alla Procura di Roma. Si parla anche di foto e filmini a luci rosse con minori. Come se non bastasse, nella vicenda - che è al vaglio della Magistratura e deve dunque essere provata - pesa il fatto che per l'accoglienza di quei minori stranieri al religioso di Antegnate (BG) l'anno scorso sono stati versati contributi per 8 milioni di euro. Ma, scrive La Verità, "il sospetto è che con i soldi dei cittadini italiani, destinati alla famosa accoglienza, padre Zanotti avrebbe condotto una vita lussuosa e lussuriosa".
CASTELFIORENTINO - migranti picchiati nel centro d'accoglienza: colpiti con un manico di scopa dal gestore perché uno di loro avrebbe contravvenuto a regole della struttura e l'altro perché stava riprendendo col telefonino, in video, la 'punizione'“
FIRENZE - Cibo avariato o scaduto nelle dispense, e insufficiente per sfamare tutti. Bagni mai disinfettati, asciugamani cambiati ogni due mesi, camere sovraffollate con posti letto in più rispetto a quelli che la struttura poteva ospitare.
2016 INCHIESTA CARA DI FOGGIA
Cara di Foggia, quell'inferno ci costa 11 milioni di euro all'anno Dormitori stracolmi, con 1414 richiedenti asilo registrati. Condizioni disumane, eppure la coop cattolica "Senis Hospes" incassa quasi un milione al mese. Dopo la pubblicazione del reportage e l'intervento di Eugenio Scalfari, il ministro Alfano (governo Renzi) apre un'inchiesta
2017
Il dramma dei minori migranti
Che cosa succede ai ragazzi che arrivano in Italia senza un adulto o un parente e non trovano posto nelle strutture di accoglienza?La denuncia di Oxfam: "Ogni giorno 28 minori migranti scomparsi in Italia"
L'Europol ha purtroppo confermato che ci sono molte organizzazioni criminali dietro ai viaggi della speranza di questi rifugiati che vengono poi presi e portati via per affari illeciti. Si parla di trafficanti di schiavi. Nel 2016 abbiamo ancora a che fare con la parola schiavo ed è terribile. Si parla di traffico sessuale. Bambini che volevano solo trovare amore che incontrano invece aguzzini. Era prevedibile che sulla via di così grossi flussi di persone e denaro per far fronte alle emergenze, si potessero nascondere gang criminali, ma l'Europa deve stare più attenta. A volte i bambini che arrivano da soli ci mettono, nella migliore delle ipotesi, circa 7 mesi per poter rivedere la propria famiglia. A volte sono gli stessi bambini che tentano la fuga per non farsi rimandare a casa, dove c'è la guerra. Altre volte invece, i parenti si scambiano i figli senza avvertire le autorità o più semplicemente prendono nel loro nucleo figli di amici per dar loro una nuova famiglia.
Il 2016 è stato l'anno record di minori stranieri non accompagnati sbarcati in Italia: 25.772. Crescono i numeri ma cambia anche il profilo: sono sempre più giovani e sempre più le ragazze, legate verosimilmente alla tratta di esseri umani.
Migranti, i costi dell’accoglienza: 35 euro al giorno (45 per i minori)
Tristissima la situazione di chi si trova, suo malgrado, in mezzo a diatribe che spesso e volentieri, anche dove regna la buona fede, finiscono col far perdere di vista le singole persone.
Amara la constatazione che nessuno ha messo sul tavolo quale sarebbero stati la meta e il futuro di questi profughi se non ci fosse stato tanto clamore.
P.S.
Stando a quanto riportato dai media, le persone al centro di questa vicenda sono di origine eritrea.
2015
Negli anni settanta in Eritrea Negli anni Settanta scoppia una guerra civile.Da allora Le violenze e la fame sono le molle che muovono le persone a scappare. Scappano da un futuro senza futuro. Il governo eritreo che nega tutte le libertà civili e ogni libertà di espressione.
2018
Domenica 8 luglio ’Etiopia e l’Eritrea hanno dichiarato, lunedì 9 luglio, che lo “stato di guerra” tra i due Paesi è finito e hanno convenuto di aprire le ambasciate, sviluppare i porti e riprendere i voli, segni concreti di un avvicinamento che va avanti da inizio giugno e mette fine a circa 20 anni di impasse politica e militare.
una spolverata alla memoria...
Il naufragio della Katër i Radës, noto anche come tragedia di Otranto o tragedia del venerdì santo del 1997, è stato un sinistro marittimo avvenuto il 28 marzo 1997 all'omonima motovedetta albanese (in italiano: Quattro in Rada[1]). La nave, carica di circa 120 profughi in fuga dall'Albania in rivolta, entrò in collisione nel canale d'Otranto con la corvetta Sibilla della Marina Militare Italiana, che ne contrastava il tentativo di approdo sulla costa italiana. Nel conseguente affondamento perirono 81 persone di cui si riuscì a recuperare il corpo[2] e, si stima, tra 27[3] e 24 persone mai ritrovate.[2] I superstiti furono 34.[4] La sciagura sollevò interrogativi su quanto possa estendersi il potere che uno Stato può esercitare per proteggersi dall'ingresso di persone non autorizzate: furono presentate argomentazioni secondo cui uno Stato deve limitare le azioni coercitive sproporzionate rispetto al rischio di ingresso non autorizzato. L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati criticò il blocco navale ordinato dal governo Prodi in quanto illegale, essendo stato istituito unicamente attraverso un accordo intergovernativo con l'Albania.